La commissione d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia, insediatasi ormai da quasi 3 anni, ha avuto modo di occuparsi di diversi temi e portare a termine varie istruttorie.

La commissione ha iniziato un percorso che ha determinato una diversa distribuzione del lavoro comportando la giusta frammentazione della stessa in sottocommissioni tematiche per poter così affrontare non solo le problematiche di carattere mafioso o politico/mafioso ma anche altri aspetti spesso affini, asintotici o addirittura sovrapponibili come i fenomeni di corruzione, di clientelismo e, da non sottovalutare, di inefficienza della macchina amministrativa a tutti i livelli.
Va infatti sottolineato che “spetta alla Commissione vigilare ed indagare anche sulle attività dell’amministrazione regionale e degli enti sottoposti al suo controllo, sulla destinazione dei finanziamenti erogati e sugli appalti…”.
Diverse sono le istruttorie concluse, come quella sul centro di accoglienza di Mineo (CT) meglio conosciuto come “C.A.R.A. Di Mineo”, sul consiglio comunale di Catania o sulla “Film Commission” Sicilia dove alcuni registri lamentavano presunte pressioni per le richieste di pizzo nei set cinematografici da parte delle famiglie locali.
In itinere ci sono istruttorie importanti, che approfondiremo nelle prossime settimane, su temi caldi come il racket degli alloggi popolari, sulle agromafie, etc.
Vi sono anche numerosi temi scottanti con flussi di denaro ingenti, come sanità, appalti, acqua e gestione dei rifiuti, che fanno gola non solo ai mafiosi ma anche ad “affaristi” senza scrupoli che probabilmente agiscono in sinergia con gli ambienti malavitosi in un connubio dove spesso non è chiaro chi è strumento e chi è manovratore.
L’istruttoria sulla gestione dei rifiuti si sta rivelando molto interessante ma di complessa decifrazione. Un dato di fatto certo è la costante, e forse sistematica, “emergenza rifiuti” in cui ciclicamente si ritrova la Sicilia.
La commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo di rifiuti presenta, nella relazione conclusiva del 2010, un quadro chiaro della “gestione dei rifiuti” in Sicilia un quadro che nonostante i 6 anni trascorsi non si discosta molto dalla situazione attuale che definire “cronica” sarebbe limitativo.
Nella conclusioni si legge drammaticamente che <<…il ciclo dei rifiuti può, realisticamente, essere definito un “non ciclo”…tamponare, nell’emergenza, le problematiche relative alle discariche attraverso il regime di deroga ad oggi non ha avuto altro effetto che aggravare ulteriormente la situazione e la discarica di Bellolampo in qualche modo ne è l’emblema>>.
Pare proprio che il settore dei rifiuti sia “organizzato” proprio per non funzionare infatti viene definito come <<la più eclatante manifestazione della legge dell’illegalità, cioè l’illegalità si è fatte NORMA che permea….qualsivoglia aspetto afferente al ciclo dei rifiuti>>.
Gli approfondimenti che la commissione antimafia siciliana sta affrontando sono soprattutto sull’impiantistica regionale assolutamente carente o inesistente. Quindi non solo si devono puntare i riflettori sulle discariche ma anche sui centri di compostaggio e, soprattutto, sui termovalorizzatori sui quali la commissione del 2010 non è stata assolutamente tenera in quanto ravvisava come <<la gestione da parte della criminalità organizzata dell’intero ciclo di rifiuti in Sicilia, attraverso la realizzazione e la gestione dei termovalorizzatori, che avrebbero avuto conseguenze disastrose non solo per l’economia del settore, ma soprattutto per la salute dei cittadini siciliani e per l’ambiente>>.
Questo è lo stato attuale dei fatti da cui emerge una sorta di “disorganizzazione organizzata” e da cui bisogna partire per poter individuare lacune e criticità tramite una capillare attività di indagine e vigilanza della commissione antimafia siciliana che auspico possa, in breve tempo, fare luce sul tema della gestione dei rifiuti.
Relazione della commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo di rifiutihttps://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/697132.pdf