L’antimafia è finita, si salvi chi può…

L’antimafia.

L’antimafia.

L’antimafia.

No, non sono errori di battitura, ma vorrei che vi soffermaste sul senso e il significato di questa parola. Dentro c’è la rivoluzione culturale di un popolo che dopo le stragi ha voluto alzare il cuore e la testa per dire no alle mafia. Ma oggi di questo movimento cosa ne è rimasto? Molti storcono il naso, perchè alcuni simboli dell’antimafia hanno fallito o tradito la loro stessa storia.

CATEGORIZZAZIONE DELL’ANTIMAFIA

Ma il fulcro della problematica è la categorizzazione dell’antimafia, come se si trattasse di un circolo privato o di un club prestigioso con delle card speciali. Dentro quel club si possono annoverare giornalisti, scrittori, imprenditori che hanno detto no alla corruzione, al racket, e che se magari hanno una scorta e ancora meglio. Nessun disprezzo nelle mie parole. ma la consapevolezza che va fatta una seria analisi della miticizzazione di chi denuncia, di chi dice no alla corruzione, che per carità sono persone che vanno stimate, tutelate e non isolate, ma non eroicizzate.

LA DELUSIONE COMMISURATA DALL’ASPETTATIVA

Non facciamolo, perchè più grande sarà il mito e il santone che da venerare, più grande sarà la delusione quando questo mito crollerà. Perchè la consapevolezza di essere prima uomini non deve essere sopraffatta dall’essere eroi.

Solo quando denunciare, parlare, diventerà normale non si avrà bisogno di eroi, e la frase di Bertolt Brecht diventerà  lungimirante, precisa, e  semplicemente attuale: “Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”.