Favara, parla Todaro assessore designato del M5s: “Mio cognato non c’entra nulla”.

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L’assessore designato dal m5s di Favara, dopo il nostro articolo, ha rimesso il suo mandato nelle mani di Anna Alba, qualora la stessa diventasse sindaco del paese in provincia di Agrigento.

Lo stesso Todaro raggiunto al cellulare ribadisce che suo cognato Antonio Costa non c’entri nulla con Geraldino Messina, il superboss di Favara arrestato nel 2010. Nonostante lo stesso Costa sia stato condannato con Calogero Bellavia per aver favorito la latitanza di Messina avendolo addirittura nascosto a casa sua in Viale Stati Uniti. Eppure nonostante questo l’aspirante assessore ci tiene a ribadirlo: “Mio cognato è stato raggirato”. Ci aspettavamo una presa di distanza dal Todaro e non un semplice “Lui non c’entra nulla”. Commentando il comunicato del M5s di Favara vogliamo precisare che è stata pubblicata una foto del certificato dove si evince che nei confronti di Todaro non ci sono carichi pendenti, ma nessuno nel pezzo iniziale ha mai fatto riferimento al fatto che Todaro sia stato condannato o abbia delle indagini in corso. Per un utile esercizio della memoria riportiamo uno dei passaggi del pezzo da cui è partito tutto.

“In questa sede precisiamo che all’assessore designato dei 5 stelle non è stata inflitta nessuna condanna e alcuna indagine. Nel codice di comportamento del M5S, però, per i candidati di Roma gli stessi devono dichiarare: “Di non essere affiliati o associati o svolgere attività per conto o a favore di sodalizi criminali. Per quanto di loro conoscenza, che la condizioni di cui ai punti precedenti non riguardano nessun familiare o convivente del Sottoscritto”, ai sensi degli artt. 46 e 47 del DPR 445/2000. Se questo vale per Roma,  è applicabile anche per Favara? Considerando un ruolo cosi delicato come quello di assessore ai lavori pubblici… Qualcuno potrebbe parlare di Todaro, visto queste vicende che suo malgrado lo coinvolgono indirettamente e visto che lui non ha commesso alcun reato, come un elemento di discontinuità con la mafia. Bene, Todaro ha pubblicamente condannato il gesto dei suoi familiari? Ha mai fatto riferimento al caso? Ha mai demarcato la linea di confine tra lui e quelle parentele assai scomode? Ha fatto presente al Movimento le vicende che riguardano il cognato? A volte esiste una questione di opportunità che andrebbe verificata meglio”.

Dopo l’intervista audio però almeno siamo venuti a conoscenza che Angelo Todaro crede che il cognato non c’entri nulla, quantomeno una cosa  adesso la sappiamo…

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Giornalista. Presidente associazione nazionale verità scomode. Menzione speciale al premio giornalistico Pippo Fava. La sua prima inchiesta risale al mese di maggio 2014 riguardante i brogli elettorali del comune di Villabate, ripresa anche dalle Iene e che ha portato alle dimissioni del sindaco e della giunta. Vince l’Oscar Legalità anno 2015. A marzo 2015 riporta alla luce una lettera inedita del giudice Giovanni Falcone, indirizzata ad un giovane studente, pubblicata prima sul giornale L’Ora e dal Corriere della Sera. Vanta diverse collaborazioni, già inviato Telejato, nel 2015 approda alla tv nazionale come inviato del programma realizzato dalle Iene, OpenSpace, andato in onda su ItaliaUno. Oggi collabora con la redazione delle Iene. Gira l’Italia per raccontare la sua storia attraverso la scrittura del suo primo libro, “Il silenzio è dolo”, divenuto anche un brano musicale simbolo della lotta alla mafia scritto da Marco Ligabue da lui cantato e interpretato con Othelloman e Lello Analfino frontman dei Tinturia. www.ismaelelavardera.it

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