Inciviltà autorizzate: i mercati rionali a Palermo

A Palermo ci fu il giorno in cui gli ambulanti itineranti (per essere chiari, quelli con motoape, furgoncini e altri mezzi di locomozione) e quelli stabili (che occuparono posizioni strategiche del suolo comunale) furono messi nella condizione di scegliere se continuare a fare gli abusivi o regolarizzarsi aderendo al progetto “Mercati rionali”.

Tale iniziativa venne accolta dalla popolazione con grande entusiasmo per motivi molto semplici, e cioè, quella di avere avuto opportunità anche nella periferia di potere usufruire di un luogo dove poter fare gli acquisti di generi giornalieri di prima necessità, ma, soprattutto, di non dover fare la spola difficoltosa di raggiungere “il centro-città”. Il risultato evidente oggi è ancora chiaro: i mercati rionali traboccano sempre di gente e sono fonte recettiva di acquisti soprattutto di generi alimentari e di generi di diverso tipo dove la qualità a volte lascia un po’ a desiderare, a volte no, ma per molti va bene così.

Il caso, però, che voglio mettere in evidenza è il seguente: perché il commerciante si ritiene autorizzato a lasciare gli scarti delle sue vendite sul posto? Perché non metterli o mettersi nelle condizioni di raccogliere le immondizie da lui stesso generate in un proprio cassonetto? Siamo sempre alla sufficienza panormita dove qualcuno dice (l’ho sentito con le mie orecchie): “tanto poi passano quelli dell’AMIA e puliscono tutto”.
Bene, faccio un esempio.

Io sto dalle parti di Villa Tasca dove il giovedì, metà del viale SS Mediatrice, è occupato dal mercato rionale. Ecco, dal momento della chiusura delle bancarelle, dei gazebi, delle roulotte attrezzate, all’arrivo degli operatori ecologici, trascorre un lasso di tempo; quello è il tempo in cui tutto ciò lasciato per terra, dai sacchetti di plastica, alle custodie degli abbigliamenti, alle foglie di lattuga, ai cartoni e tanto altro, cominciano a spargersi per il quartiere senza tener conto che se dovesse esserci per caso una giornata ventosa, questi residui volanti, possono arrivare sino a Piazza Turba prendendo anche la direzione di Corso Pisani. Ciò che ho scritto è ovviamente verificato dalla mia testimonianza.
Ora, io penso che non ci voglia molto a capire che forse sia meglio che ogni commerciante che, ricordiamolo, paga la tassa di suolo e di pulizia al Comune di Palermo, dia una mano agli operatori ecologici, dia un segnale di civiltà e decoro ai quartieri da dove passa la sua mezza giornata e dia un aiuto a tutta la comunità che non sia quello di menefreghismo. Non si dovrebbe arrivare mai ad una costrizione, ad una imposizione ma, qualora questo non avvenisse, perché non educare contravvenendo?