Frasi sulla Borsellino, tribunale ammette perizia sulle intercettazioni di Tutino

È stata accolta la richiesta degli avvocati Carlo Federico Grosso, Fabio Bognanni e Nino Caleca, che difendono i giornalisti Piero Messina e Maurizio Zoppi accusati di diffamazione, di una perizia di tutte le intercettazioni ambientali e telefoniche tra gli indagati per la presunta truffa del medico Matteo Tutino (che è già a processo per questa vicenda). I due giornalisti sono a giudizio davanti alla quinta sezione monocratica del Tribunale di Palermo per aver riportato sul settimanale L’Espresso il contenuto di una presunta intercettazione tra il medico Matteo Tutino e il governatore Rosario Crocetta in cui il primario avrebbe detto che l’assessore alla Sanità, Lucia Borsellino, andava «fatta fuori come il padre».

In precedenza, il gip di Palermo Agostino Gristina aveva disposto la perizia parziale sulle intercettazioni tra Tutino e il governatore siciliano Rosario Crocetta, limitando il riascolto e la trascrizione delle conversazioni alle sole intercettazioni «offerte» dalla polizia giudiziaria perché era ancora aperta l’indagine per truffa su Tutino e sussisteva il segreto investigativo. Anche il giudice Giangaspare Camerini si aveva respinto la richiesta di un incidete probatorio sulle altre intercettazioni.

Ai pm i giornalisti hanno spiegato di aver appreso la notizia da Cosentino, che a giugno 2014 avrebbe parlato loro della conversazione in questione di cui avevano discusso già nelle settimane precedenti. Sono stati ammessi, tra i testi della difesa, il governatore Rosario Crocetta, i giornalisti Luigi Vicinanza, Lirio Abbate, Mario Barresi.

La Procura, dopo il riascolto di tutte le intercettazioni eseguite nel corso dell’inchiesta su Tutino, e dopo aver sentito tutti i protagonisti della vicenda, aveva chiesto il giudizio immediato, rigettato dal gip, a dicembre 2015, perché – a dire del giudice – mancava l’evidenza della prova, requisito imposto dalla legge per il rito alternativo.