Si chiamava Maria Rita Logiudice ed aveva 25 anni, la figlia del boss mafioso che si è tolta la vita, gettandosi dal balcone di casa sua, a Reggio Calabria
Il cognome non si può scegliere e il suo Maria Rita Logiudicenon lo sopportava. Aveva solo 25 anni ma aveva già trascorso tutta la sua vita a cercare di emanciparsi dal mondo che il suo cognome, Logiudice, legato a suo padre, boss mafioso, si portava dietro.
Cresciuta in una famiglia legata all’ndrangheta, Maria Rita ha deciso di togliersi la vita. Si è affacciata al balcone di casa sua, a Reggio Calabria e si è gettata nel vuoto. Stanca di lottare per avere, in fondo, solo una vita normale, lontana dalla criminalità e la malavita.
Decisa a scegliere per la sua vita, a distaccarsi da un destino che sembrava segnato Maria Rita si era laureata lo scorso dicembre in Economia e stava frequentando un corso di laurea magistrale.
Suo padre Giovanni era in carcere come esponente della cosca Lo Giudice mentre lo zio Nino è un collaboratore di giustizia. Il nome della famiglia di Maria Rita racconta di estorsioni, usura, donne misteriosamente sparite.
Prima di togliersi la vita Maria Rita non ha lasciato nessun messaggio scritto. La sua storia è quella di tante altre persone cresciute in famiglie legate alla mafia e schiacciate dal peso della vergogna.
Dai verbali depositati dai carabinieri e contenenti le dichiarazioni del fidanzato, gli amici e persone vicine alla famiglia, sembrerebbe chiaro che il gesto di Maria Rita sia stato scatenato da quel peso troppo grande da sopportare. Quello di un cognome macchiato per sempre.