I primi 100 giorni di Trump, muro contro muro con i media

I primi 100 giorni di Donald Trump alla Casa Bianca si sono conclusi come erano iniziati: con un durissimo scontro tra il presidente e i giornalisti. Il tycoon – che con uno strappo clamoroso ha disertato la tradizionale cena dei corrispondenti della Casa Bianca – è tornato ad accusare i media definendoli ‘fabbrica di fake news’.
Irrefrenabile l’entusiasmo della folla di sostenitori riunitasi ad Harrisburg, in Pennsylvania. Secca la risposta del presidente dell’associazione dei corrispondenti della Casa Bianca, Jeff Mason, che aprendo la serata annuale dell’associazione ha respinto le accuse al mittente: “Siamo qui come sempre per celebrare la libertà di stampa e il buon giornalismo, non per celebrare la presidenza”. “Come si può vedere – la sua frecciata ironica – la serata è lo stesso sold out”. Poi serio: “Non siamo fake news, e non siamo il nemico del popolo americano. Un attacco a noi è un attacco a tutti gli americani”.

In un’intervista alla Cbs, il presidente Usa afferma che fare il presidente “e’ un lavoro duro ma ho fatto un sacco di lavori duri, ho fatto cose che erano piu’ dure, anche se ve lo sapro’ dire meglio alla fine degli 8 anni. Forse 8 anni. Spero 8 anni”. In ogni caso, ha precisato, essere il presidente e’ “qualcosa che amo veramente, e penso di aver fatto un buonissimo lavoro finora”. In una intervista a Reuters aveva detto che pensava fosse “piu’ facile” fare il presidente.