Problemi e soluzioni. La ricetta di Attilio Licciardi, candidato all’ARS

Attilio Licciardi, attualmente sindaco di Ustica, è uno dei candidati- nella lista del PD- per il rinnovo dell’ ARS per Micari presidente. “La Sicilia che non ti aspetti” è il suo slogan.

Lo abbiamo incontrato oggi a Palermo e ci ha raccontato i suoi progetti e le sue idee, oltreché la sua esperienza politica.

L’ESPERIENZA POLITICA E I RAPPORTI COL PD

La nostra chiacchierata comincia con il racconto di un impegno politico che va avanti dai tempi del liceo e dell’università. Dal 2013 Licciardi è sindaco di Ustica, ma “ero già stato sindaco della mia isola tra il 94 e il 2003, accumulando quasi quindici anni di esperienza amministrativa a contatto con le persone” ci racconta, sottolineando l’importanza del contatto con la gente, di studiare i problemi e di risolverli velocemente e con determinazione.

Il candidato deputato è stato anche dirigente del PD e ci spiega la sua vocazione politica: “Credo nel progetto di un centro sinistra riformista. Di lavoro faccio il dirigente sanitario presso la Farmacia Ospedaliera del Policlinico. L’aver fatto sempre volontariamente politica ha accompagnato in qualche modo la mia vita, pur non essendo certamente un politico di professione, avendo il mio lavoro”.

“MI CANDIDO PERCHÈ SONO CONSAPEVOLE DI POTER METTERE A DISPOSIZIONE LA MIA ESPERIENZA”

Con queste premesse Licciardi spiega da cosa nasce la sua candidatura. I punti sono principalmente due: mettere a disposizione dell’ARS le sue competenze e le sue conoscenze e dare spazio a una “nuova classe dirigente, fatta di persone che hanno maturato la loro esperienza nei territori o nelle organizzazioni e che possono affrontare con competenza, dedizione, volontà e passione i problemi della Sicilia”.

La nuova classe dirigente è indispensabile perché la Sicilia possa affrontare le grandi sfide che ha davanti

COSA MANCA ALLA SICILIA?

Tra le questioni più urgenti da risolvere Licciardi annovera la disoccupazione e il “bisogno di dare una prospettiva concreta ai giovani” tramite una formazione qualitativamente più alta e nuove occasioni di lavoro (ad es. valorizzazione beni culturali, archeologici e architettonici). E non solo, perché tra le possibili occasioni di lavoro c’è, secondo il candidato, anche “la scelta verde, che è la grande frontiera dei nuovi posti di lavoro per ingeneri, tecnici, agronomi, ecc..”. E ancora, l’idea di un sistema turistico che finalmente si rinnova grazie a una migliore promozione sul web.

Non è retorica. I nostri ragazzi sono tra i più bravi, tra i più preparati d’Italia. Lo vanno a dimostrare quando poi vanno a perfezionarsi nel nord Italia o in Europa o lavorano in altre realtà che non sono quelle della Sicilia

LO SPOPOLAMENTO DEI PICCOLI CENTRI

Un problema legato alla disoccupazione è quello dello spopolamento dei paesi che “ha determinato anche un invecchiamento perché a partire sono le giovani generazioni e quindi le migliori”. E a tal proposito, non vengono discussi solo problemi strutturali (che non mancano mai) ma il bisogno di aiutare una grande identità che non può essere dispersa.

“QUESTA LA NOSTRA MISSIONE”

La scommessa del candidato è difficile, ma non impossibile: aiutare i giovani a costruire un futuro sia per loro che per la Sicilia.

Il nostro incontro si conclude con un pensiero su un’abitudine tutta siciliana:

Bisogna superare la cronica tendenza dei siciliani alla lamentazione. Abbiamo il record nella capacità di lamentarsi. Abbiamo inventato un linguaggio della lamentazione, ma tutto questo non porta da nessuna parte! I nostri ragazzi non hanno voglia di lamentarsi, hanno voglia di fare e vogliono spunti su cui costruire, mettendo a frutto ciò che hanno studiato. Dobbiamo avere fiducia! A me piace recitare la parte finale di una poesia di Bertol Brecht, in cui un comiziante, alla fine della campagna elettorale, chiude il proprio discorso davanti un milione di persone:

<<Io non ho risposta per tutte le cose che ho detto. L’unica risposta la potete dare voi>>