Un post su facebook attira la mia attenzione. La persona che lo scrive di vittime della mafia se ne intende, non perchè fa parte di un’associazione antimafia, ma perchè la mafia le ha ucciso il padre. Giuseppe Aldo Felice Alfano, Beppe per gli amici. Lei è Sonia, donna forte, incisiva e diretta. Di certo lei non le manda a dire, cosi affida a Facebook il suo sfogo: “Il 21 marzo Libera celebra la Giornata un memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie. Nel lontano 1996 la sottoscritta fu tra i firmatari affinché il 21 marzo divenisse ciò che oggi significa. Libera quest’anno celebrerà tale giornata proprio a Messina e Don Ciotti in un’intervista ha citato alcune vittime messinesi. Ma non ha citato Beppe Alfano , prima vittima innocente in assoluto riconosciuta dal ministero dell’interno nella provincia di Messina. E Libera anche quest’anno non ha telefonato a mia madre per chiedere se sarà presente, cosa che invece ha sempre fatto e continua a fare con tutti gli altri familiari. I misteri dell’antimafia”. Cosi chiamo Sonia, la saluto e dalla sua voce avverto che non è serena. Vado al sodo, <<Sonia che succede?>>, lei aspetta qualche secondo. Si sfoga, mi racconta le sue perplessità. Non accetta che lì proprio nella sua Messina, nella provincia dove il padre fu ucciso l’8 gennaio del 1993, l’antimafia ufficiale snobbi lei e la sua famiglia. <<A me non serve l’invito, non ho bisogno dei formalismi, ma non comprendo perchè da quando ho assunto una linea critica contro l’associazione di don Ciotti la stessa estromette me e la mia famiglia da quelle che poi diventano le manifestazioni ufficiali del mondo dell’antimafia, portate avanti con una connotazione esclusivista da Libera. Quest’anno la beffa, proprio in quella Messina dove mio padre è stato riconosciuto dal Ministero dell’interno, la prima vittima per mano della mafia>>. Si tratta di un fiume in piena, e dall’altra parte della cornetta percepisco tanta delusione, per una donna che a Bruxelles si è battuta per fare conoscere e per combattere il fenomeno mafioso oltre i confini nazionali, grazie al suo ruolo di presidente della Commissione antimafia europea. Sonia è l’ultima delle personalità dell’antimafia a esprimere disappunto verso libera, solo qualche mese fa Franco La Torre, figlio del sindacalista ucciso dalla mafia, Pio La Torre messo alla porta da Libera tramite un sms, o Catello Maresca, procuratore della dda di Napoli che si era spinto ben oltre affermando: <<Libera non è credibile. Alcune associazioni antimafia tendono a farsi mafiose loro stesse>>. Qualcuno, quando si osa criticare Libera, grida al complotto, senza magari pensare che andrebbe portata avanti una profonda politica di rinnovamento, proprio in virtù della storia di Libera, e per quello che rappresenta.
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