A Catania alcune librerie non venderanno il libro di Riina jr.

Sono tante in queste ore le librerie che stanno negando i locali per la presentazione del libro scritto da Riina jr.

Catania – Dopo l’intervista di Vespa al figlio di Riina una libreria catanese decide di non vendere e prenotare il libro di Giuseppe Riina jr.

Sono tante in queste ore le librerie che stanno negando i locali per la presentazione del libro scritto da Riina jr. A Padova la Feltrinelli ha detto no, a Catania la libreria Vicolo Stretto di Catania dice no con un cartello affisso all’ingresso del negozio “in questa libreria non si ordina né si vende il libro di Salvatore Riina”. Angelica Sciacca, una delle titolari lancia l’appello ai suoi colleghi librai “Chiedo a tutti i miei colleghi di affiggere lo stesso cartello!”. Sposa l’iniziativa anche la Libreria Calandra situata nel centro di Catania che tramite il suo titolare, Antonio Calandra, dice “non credo che nella mia libreria verrà richiesto questo libro”. Alla domanda se le altre librerie dovrebbero seguire questo gesto risponde “certamente ma in modo naturale, senza clamore e soprattutto senza polemica perché secondo me fanno aumentare indirettamente le vendite di tale “libro”.

 

NOTA ADDIO PIZZO CATANIA

“Apprendiamo con piacere la notizia che la libreria Vicolo Stretto, che fa parte della lista pizzo free di Addiopizzo Catania, ha dichiarato pubblicamente di non vendere né ordinare il libro scritto dal figlio di Totò Riina. Ci sembra una scelta coerente e di principio che rispecchia più ampiamente il concetto di consumo critico ed etico che da anni portiamo avanti su un territorio difficile come quello catanese.

Ci sembra invece doveroso non rilasciare alcuna dichiarazione di merito riguardo al libro ed al suo autore che del padre non porta solo il cognome, viste le sentenze di condanna che lo riguardano. Non lo facciamo perché riteniamo che cose e persone del genere meritino solo di cadere nel dimenticatoio. 
Abbiamo altro ed altri da ricordare. Le stragi mafiose, le vittime di mafia, i servitori dello stato, le vittorie quotidiane delle persone oneste.
Il resto è solo trash e share. Non c’era traccia del servizio pubblico che paghiamo con i nostri soldi nella puntata di ieri di Porta a Porta. Ci è sembrata solo una cattiva televendita che di informazione non aveva nulla. 
L’unico motivo per cui ieri valeva la pena guardare Rai 1 era solo la presenza dei ragazzi di Addiopizzo Palermo a cui facciamo i nostri complimenti per la loro sana testimonianza”.