Ivan Lo Bello e la sua antimafia
L’imprenditore nato a Catania è accusato da parte della procura di Potenza di associazione a delinquere in merito all’inchiesta sul petrolio della Basilicata
L’uomo di Confindustria contro il racket
Ivan Lo Bello è l’uomo di Confindustria che aveva portato la rivoluzione dell’antimafia tra gli uffici di Viale Astronomia. Nel 2015 è stato eletto anche al vertice di Unioncamere.
Per anni è stato a debita distanza da inchieste giudiziarie che hanno coinvolto personaggi dell’associazione degli industriali e politici con cui ha intrattenuto relazioni e rapporti di lavoro. Ma questa volta ad incastrare il numero due dell’associazione degli industriali e il suo amico, Gianluca Gemelli. Uno dei protagonisti dell’inchiesta lucana. Secondo gli inquirenti proprio Lo Bello avrebbe fatto pressioni al ministro Graziano Delrio per ottenere la proroga al vertice dell’Autorità portuale di Augusta di Alberto Cozzo. Nomina preziosa per lo stesso Gemelli il quale da anni voleva creare nel porto di Augusta un centro di stoccaggio del petrolio.
L’amicizia con il “Golden boy” Gemelli
Il rapporto tra Lo Bello e Gemelli, è uno dei migliori. Entrambi hanno vissuto a Siracusa ed insieme hanno fondato la Sga Service. Società ad oggi poco attiva nel campo dell’energia.
Proprio Lo Bello, ha ‘lanciato’ in Confindustria giovani il compagno della Guidi. Anni in cui Ivan Lo Bello, dopo dieci anni nel consiglio d’amministrazione al Banco di Sicilia, era ai vertici di Confindustria Sicilia. Elezione scaturita grazie alle sue battaglie a favore della legalità e l’antimafia. Una rivoluzione antiracket in salsa siciliana che ha visto accanto all’oggi indagato Lo Bello, numerose associazioni contro le mafie, politici e personaggi illustri di Confindustria, come Antonello Montante, indagato per concorso esterno a cosa nostra dalla procura di Caltanissetta.