Le dinamiche mafiose dei Santapaola, tra codici, omicidi e denaro
Una maxi operazione oggi alle prime ore dell’alba effettuata dai carabinieri del ROS e dai comandi provinciali di Catania, Ragusa, Siracusa ed Enna che ha portato al fermo di 28 persone indiziate per associazione mafiosa, omicidio, estorsione e reati in materia di armi.
Le indagini
“Il provvedimento scaturisce da un’articolata attività investigativa condotta dal ROS in direzione della famiglia mafiosa di Caltagirone (CT), di cui sono stati ricostruiti gli assetti organizzativi, gli ambiti operativi e le relazioni con altri sodalizi mafiosi anche esterni alla provincia di Catania”, spiegano i militari. Il lavoro degli investigatori ha permesso di accertare le responsabilità del gruppo criminale in un duplice omicidio commesso a Raddusa, in provincia di Catania. Sono stati anche documentati numerosi incontri tra gli esponenti di vertice di Cosa Nostra della famiglia di Caltagirone, dei “Santapaola” e del clan “Nardo” di Lentini in provincia di Siracusa.
Le elezioni di Cosa Nostra
I “summit” di mafia erano volti all’individuazione del rappresentante provinciale di Catania e alla gestione condivisa dei proventi estorsivi derivanti da appalti pubblici e privati. “In una fase delicata di transizione degli equilibri di potere – scrivono gli inquirenti – il provvedimento si è reso necessario per scongiurare ulteriori fatti di sangue”. Il 28 di agosto si incontrano a Catania per cercare quindi l’erede di Vincenzo Aiello, ultimo rappresentante provinciale.
I Santapaola volevano gli introiti delle estorsioni dei calatini
Nei vertici successivi, tenutisi nel territorio di Carlentini, il 18 dicembre 2015 e il 23 dicembre dello stesso anno, è stato accertato che la famiglia Santapaola, insieme agli esponenti del clan Nardo pretendeva di partecipare alla spartizione degli introiti delle estorsioni appannaggio di quella calatina. Salvatore Di Benedetto e Giovanni Pappalardo durante gli incontri di Carlentini e Paternò, in occasione dei quali state esplicitate le pretese dei Santapaola, si erano fieramente opposti.
Mentre Fiammetta è in carcere gli altri si fanno strada
Quando Alfonso Fiammetta viene scarcerato, il 24 novembre 2015, rientra nel circuito criminale ma trova il “proprio” territorio presidiato da Salvatore Di Benedetto e Giovanni Pappalardo della famiglia di Caltagirone che avevano come punto di riferimento il reggente Salvatore Seminara.
Quest’ultimo approfittando dell’assenza di Febronio Oliva e Alfonso Fiammetta, aveva gradualmente assoggettato al proprio controllo i territori di Palagonia e Ramacca.
I calatini sottotiro e l’agguato fallito
Il 4 aprile durante il tragitto, come documentato attraverso le attività tecniche di intercettazione dei Carabinieri del ROS, Pappalardo e Di Benedetto della famiglia di Caltagirone i due uscivano illesi da un agguato. Le due vittime, quindi, hanno subito individuato in Fiammetta e Floridia della famiglia Santapaola i mandanti.
Il progetto per ammazzare Alfonso Fiammetta (Santapaola)
A questo punto parte la vendetta che si estende anche al figlio di Alfondo Fiammetta. Di Benedetto e Pappalardo sanno che l’8 aprile 2016 la Corte di Cassazione si sarebbe pronunciata sulla posizione di Alfonso Fiammetta implicato nel processo IBLIS e che in caso di condanna l’interessato si sarebbe presentato presso la Casa Circondariale di Caltanissetta e i due avrebbero compiuto l’omicidio lungo il tragitto per arrivare al carcere di Caltanissetta. Ma l’aggiornamento della pronuncia al giugno prossimo ha reso impossibile la realizzazione dell’assassinio, che – dicono i Carabinieri – rimane un progetto che i due vogliono portare avanti.
Santapaola con i guardaspalle armati
Il 15 aprile 2016 un nuovo incontro per cercare di risolvere la situazione di contrasto tra le due famiglie. al quale prendevano parte Francesco Amantea, i fratelli Galioto e Pippo Floridia per i Santapaola e il clan Nardo e dall’altra parte Salvatore Seminare reggente della famiglia di Caltagirone. Le conversazioni ascoltate dai ROS in quell’incontro sono esplicite. Seminare lamenta che durante l’incontro del 29 febbraio 2016 Santapaola si era presentato con un numero eccessivo di accompagnatori, peraltro tutti armati. Poi sui soldi pretesi da Santapaola ha rimarcato il fatto che quei proventi spettavano a Palermo e infine ha chiesto dell’agguato a Di Benedetto.
Quelle scuse mafiose e l’onore mancato
Gli emissari di Santapaola sulle prime due questioni si sono scustati e avrebbero riferito a Santapaola delle rimostranze di Seminara. Ma sull’agguato disconoscono il tutto gli uomini di Santapaola. Il giorno dopo Seminare riceva la visita di Di Benedetto e Pappalardo che dopo aver parlarto dell’incontro rimangono convinti che dietro l’agguato ci sia il coinvolgimento di Floridia.
Intervengono i Carabinieri prima di una guerra di mafia
“I proposti ritorsivi palesati – scrivono dalla Procura – da Di Bendetto e Pappalardo, in possesso di rilevante numero di armi, uniti al fatto che taluni indagati, proprio in corrispondenza del fatto delittuoso da quelli subito, hanno sovente pernottato in luoghi non noti, ha imposto l’adozione di provvedimenti urgenti, atti a scongiurare ulteriori delitti e il pericolo di fuga”.
Le accuse di duplice omicidio
Per Seminara, Di Benedetto e Simonte Rino è contestato il duplice omicidio di Cutrona Salvatore e Turrisi Giovanni, avvenuto a Raddusa il 5 aprile del 2015. Il delitto, allo stato, è riconducibile a vicende interne alla famiglia calatina e, segnatamente alla minor affidabilità di Cutrona, al quale è succeduto, nel ruolo di responsabile di Raddusa proprio Simonte Rino. Quest’ultimo è stato individuato quale esecutore materiale mentre Seminara e Di Benedetto quali mandanti.
I nomi degli arrestati
- famiglia SANTAPAOLA – ERCOLANO:
SANTAPAOLA Francesco, classe 1979 da Catania (reggente);
AMANTEA Francesco, classe 1970 da Paternò;
MIRENNA Giuseppe, classe 1952 da Paternò;
FIAMMETTA Alfonso, classe 1972 da Palagonia;
CORRA Silvio Giorgio, classe 1984 da Catania;
DI GAETANO Pierpaolo, classe 1979 da Catania;
PINTO Francesco, classe 1975 da Catania;
PINTO Giovanni, classe 76 da Catania;
ROMEO Vito, classe 1976 da Tremestieri Etneo;
- clan NARDO di Lentini:
BONTEMPO SCAVO Rosario, classe 1988 da Francofonte;
DI PIETRO Rosario, classe 1977 da Scordia;
FLORIDIA Pippo, classe 1956 da Lentini;
GALIOTO Antonino, classe 1964 da Ferla;
GALIOTO Paolo Giovanni, classe 1952 da Ferla.
- famiglia di Caltagirone:
SEMINARA Salvatore, classe 1946 da Mirabella Imbaccari (reggente);
OLIVA Febronio, classe 1961 da Palagonia;
FERLITO Cosimo Davide, classe 1971 da Palagonia;
OLIVA Carmelo, classe 1973 da Palagonia;
BRUNDO Benito, classe 1981 da Palagonia;
DI BENEDETTO Salvatore classe inteso 1966 da Palagonia;
GIGLIO SPAMPINATO Angelo, classe 1968 da Caltagirone;
PALACINO Liborio, classe 1963 da Raddusa;
PAPPALARDO Giovanni, classe 1974 da Palagonia;
PARLACINO Gaetano Antonio, classe 1967 da Raddusa;
RUSSO Salvatore, classe 1974 da Niscemi;
SIMONTE Giuseppe, classe 1980 da Raddusa;
SIMONTE Rino, classe 1987 da Raddusa;
TANGORRA Giuseppe, classe 1969 Caltagirone;