Pino Maniaci indagato per estorsione, la replica del direttore di Telejato: “La macchina del fango è partita”.

Apprendiamo da un articolo di Repubblica che Pino Maniaci, direttore di Telejato, nonchè nostro collaboratore sarebbe indagato per estorsione.

Apprendiamo da un articolo di Repubblica che Pino Maniaci, direttore di Telejato, nonché nostro collaboratore sarebbe indagato per estorsione.

L’INDAGINE

(ANSA) – PALERMO, 22 APR – Il direttore della tv Telejato, Pino Maniaci, noto per i suoi servizi sulla criminalità organizzata, è indagato a Palermo per estorsione. Secondo gli inquirenti avrebbe chiesto soldi e favori, come l’assunzione della compagna al Comune di Partinico, assicurando, in cambio, ad alcuni sindaci del palermitano, la linea soft della sua emittente nei loro confronti. La vicenda sarebbe emersa nel corso di un’altra inchiesta condotta dai carabinieri. Dalle intercettazioni sarebbe venuto fuori anche che Maniaci avrebbe preteso finanziamenti, sotto forma di pubblicità, per Telejato dai sindaci di Borgetto e Partinico. L’emittente si è anche occupata dello scandalo alla sezione misure di prevenzione al tribunale di Palermo su cui i pm di Caltanissetta hanno aperto un’indagine a carico, tra gli altri, dell’ex presidente della sezione Silvana Saguto. “La procura di Palermo ipotizza il reato di estorsione nei miei confronti? Mi faccio una risata”, ribatte Maniaci.

LA REPLICA DI PINO

“La vendetta della procura è arrivata. Non mi è arrivato alcun avviso di garanzia e sono certo che tutto ciò non porterà ad alcun rinvio a giudizio. Ma intanto mi hanno infangato”, ha detto il giornalista a PalermoToday. “Sapevamo di questa inchiesta, nata prima dello scandalo Saguto e che parte da alcune intercettazioni ben precise. Una – ha detto ancora al quotidiano – è quella fra l’ex prefetto di Palermo Silvana Cannizzo e la stessa Saguto, che a domanda rispose: ‘Ha le ore contate’. Penso possa entrarci anche la denuncia per stalking di Cappellano Seminara, che aveva l’obiettivo di farmi mettere sotto controllo il telefono. Il piano era ed è quello di bloccarmi per impedirmi di fare il mio lavoro. Chiederemo con il mio avvocato di essere sentiti, perché siamo sicuri che quello che dicono i magistrati sulle ammissioni è totalmente falso. Qualcuno non vuole che nostra inchiesta su incarichi Ctu e sezione Fallimentare continui. Ma noi andiamo avanti”.