Il lavoro del giornalista, o di chi più in generale fa informazione è un lavoro delicato che è sempre sottoposto ad un legge morale che esula dalle mere vicende giudiziarie. La stessa cosa vale per i politici, gli imprenditori e tutti coloro che hanno un ruolo di pubblica evidenza nella società.
Pino Maniaci ha collaborato con il nostro giornale e noi come molti altri siamo rimasti spiazzati dagli articoli di Repubblica di oggi che non gettano solo ombre, ma delineano un quadro allarmante. Per chi fa informazione, in maniera libera, è necessario avere sempre chiare le regole che aiutano a mantenere la schiena dritta. Anche in questo caso spinoso, scomodo, che può disorientare.
Pino Maniaci, fin quando non si farà chiarezza e questo spetta solo ai magistrati, non collaborerà con il nostro giornale è una decisione che deve sempre porci al di sopra di ogni sospetto come redazione collettiva e come singoli operatori dell’informazione. Diversamente faremmo militanza e per quella ci sono i partiti, le associazioni e altre organizzazioni.
La magistratura accerterà i fatti e condannerà chi ha sbagliato. Ma per questo ci vorrà del tempo. Intanto noi tutti siamo chiamati a fare una scelta morale. Una scelta al di sopra di ogni sospetto.
Ho stimato il simbolo non conoscendo l’uomo; condanno moralmente chi “ha ceduto” ma nessuno è colpevole finché non viene realmente giudicato tale…Essere abbandonati in un momento di difficoltà è pure triste… se ciò avviene è perché abbiamo già ritenuto colpevole chi ancora non è stato condannato. Se Maniaci è estraneo ai fatti, ecco un altro martire; se colpevole… ha commesso reati più gravi di quelli contestati, …ha ucciso le speranze e la stima di quanti vedevano in lui un paladino di giustiza ed un simbolo di onesta informazione.
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