«Chiariremo tutto. Risponderò alle domande del gip e darò una spiegazione su tutto quello che mi viene contestato». Lo ha detto il giornalista di TeleJato Pino Maniaci, indagato per estorsione e sottoposto al divieto di dimora, prima di entrare in tribunale per l’interrogatorio di garanzia che dovrà rendere al gip Fernando Sestito che ha disposto la misura cautelare. Fuori dal tribunale si lascia andare ad una delle sue sparate «Vivo in una località segreta, come i pentiti». Maniaci, in giacca e cravatta, è scuro in volto e dice: «prima dell’interrogatorio non parlo». Adesso è a colloquio con i suoi legali, Antonio Ingroia e Bartolo Parrino, in attesa di essere chiamato.
PRIMA PARTE
SECONDA PARTE
Ore 15.16 Ingroia: “Si voleva marchiare Pino Maniaci, per due o tre presunte piccole estorsioni, a fronte di avvocati e magistrati indagati la gestione di beni del valore di centinaia di migliaia di euro e che oggi sono a piede libero e che non aspettavano altro che l’indagine approdasse a destinazione. E’ grave e inquietante che questi prefetti, magistrati sapessero che c’era questa inchiesta che bolliva in pentola”
Ore 15.05 Tantissimi giornalisti presenti nella piccola sala dello studio del legale di Maniaci
Ore 14.45 Ingroia sostiene che nelle intercettazioni pubblicate in questi giorni Maniaci “sta chiedendo soldi per la pubblicità” e non, come dichiarano i magistrati, per ammorbidire le sue inchieste in cambio di denaro.
Ore 14,30 tra poco inizia la conferenza stampa
Ore 13.58 Maniaci esce dal tribunale e dice “”Per me È andata bene”
Ore 12.40 E’ appena iniziato l’interrogatorio di Pino Maniaci. Al termine è prevista una conferenza stampa insieme agli avvocati.
Ore 12.30 C’è attesa per l’uscita di Maniaci. Oltre lui oggi saranno sentiti i 9 arrestati nella stessa operazione che ha visto il divieto di dimora per le province di Trapani e Palermo per Maniaci
Ore 12.00 Maniaci, con i suoi avvocati, è ancora all’interno del Tribunale di Palermo
Qui ci sarà il link per seguire la diretta video (IN AGGIORNAMENTO)
“Pino Maniaci non ha nulla a che vedere con mio fratello Peppino Impastato, né il resto della redazione di Telejato ha nulla a che fare con Radio Aut. Anzi, ci riteniamo ancora offesi, come famiglia e come casa Memoria, per le pesanti e assurde accuse che ci sono state rivolte in quasi due anni”. Giovanni Impastato non nasconde il suo disappunto sulla vicenda che ha visto il giornalista Pino Maniaci indagato per estorsione nell’inchiesta dei carabinieri e che ha portato all’arresto di dieci mafiosi.
Qualcuno aveva paragonato l’impegno antimafia del giornalista dell’emittente Telejato a Giuseppe Impastato, massacrato il 9 maggio del 1978 da cosa nostra, su ordine del boss Tano Badalamenti, per aver denunciato e irriso i clan dai microfoni di Radio Aut. “Abbiamo ricevuto diversi attacchi, francamente assurdi – continua Giovanni Impastato – Maniaci aveva persino detto che l’attentato subito nella nostra pizzeria era poco chiaro, lasciando intendere che me lo fossi inventato, dicendo che l’antimafia si era ridotta a una ‘pizziata’. Ma i fatti ci hanno dato ragione, ho sempre detto di diffidare da protagonismi inutili ed esibizionismi che non portano a nulla. Ai ragazzi vorrei dare un messaggio di speranza, l’antimafia, quella vera, è un’altra cosa, non se ne può fare una bandiera per perseguire i propri scopi personali”.
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