Ci eravamo occupati circa un mese addietro della vicenda “paradossale” che vede sempre più la città di Agrigento terra di contraddizioni in pieno stile “pirandelliano”. La questione era quella dei depuratori dell’agrigentino, strutture che in teoria avrebbero dovuto depurare le acque e che invece, in alcuni casi, inquinavano di più rispetto a quello che entrava.
Si tratta di strutture che sono quasi tutte sotto il controllo Girgenti Acque, l’ente che gestisce il servizio idrico in molti comuni dell’agrigentino. Eravamo rimasti a ben 5 sequestri da parte della Procura della Repubblica di Agrigento. Un lavoro incessante quello dei magistrati agrigentini che ha portato ad ulteriori sequestri. Tutti, ancora una volta, depuratori gestiti da Girgenti Acque.
NUOVI SEQUESTRI
Secondo le indagini che hanno portato nell’ultimo mese ai sequestri dei depuratori di Realmonte, Raffadali, Montallegro e due a Siculiana (a cui si aggiunge anche la condotta a mare ndr) alla base vi sarebbero problemi legati ad una mancata depurazione come ad esempio i reflui non depurati e sversati nei torrenti che vanno poi a finire nello specchio di mare nei pressi di Torre Salsa, una delle riserve naturali più belle e incontaminate della zona.
In totale, per ora, sono dieci le strutture poste sotto sequestro, nove delle quali gestite per l’appunto da Girgenti Acque, mentre il solo depuratore di Palma di Montechiaro è gestito dal Comune.
LE DENUNCE DI MAREAMICO
La vicenda dei depuratori sta assumendo i contorni di una vera “tragedia ambientale” in tutta la provincia siciliana. Grazie alle denunce dell’associazione ambientalista di MareAmico Agrigento, coordinata da Claudio Lombardo, in questi mesi si è assistito al continuo sequestro di numerose strutture. Un fenomeno che pare non fermarsi perché anche in altri comuni vi sarebbero degli accertamenti che con molta probabilità porteranno a nuovi “sigilli”.
“Seppur in termini pratici i sequestri in questione non hanno alcun valore – afferma Claudio Lombardo di MareAmico Agrigento – visto che non si risolve il problema dal punto di vista dell’utenza. I depuratori ovviamente continuano a non funzionare, ma i provvedimenti assumono importanza perché la Procura contemporaneamente al sequestro ha dato un tempo e prescrizioni agli organi preposti, secondo cui adottare misure necessarie per far rientrare nei limiti di legge i valori che hanno portato a porre i sigilli”
“Tutto ciò – sottolinea Lombardo – ha portato ad esempio al completamento del depuratore di Montallegro che è pronto ad essere riutilizzato. In altre realtà invece si è chiesto delle proroghe e dunque si resta in attesa. Ben vengano questi tipi di provvedimenti da parte dell’Autorità Giudiziaria, perché anche se dal punto di vista pratico hanno poco significato, possono consentire di sbloccare determinate situazioni e permettere il ripristino di quei depuratori che ad oggi non depurano”.
RESCISSIONE DA GIRGENTI ACQUE
Provvedimenti che comunque potrebbero portare l’istituenda Commissione degli esperti dell’Ati, il nuovo ambito territoriale idrico della provincia di Agrigento, a valutare le eventuali inadempienze da parte dell’ente gestore, Girgenti Acque, e rescindere la convenzione, così come previsto dalla legge regionale siciliana numero 19.
Un problema, quello dei depuratori, di non poco conto se si pensa all’imminente stagione estiva. Tutti o quasi i depuratori infatti appartengono a comuni costieri.
Un’estate “calda” quella agrigentina che vedrà ancora una volta paradisi terresti rappresentati da incantevoli coste, sotto la minaccia di incuria e degrado ambientale.
Francescochristian Schembri
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