Inchieste

L’elettrodotto Terna e i rischi per l’ambiente

Mentre il Premier Renzi in Calabria inaugura  il ponte elettrico di Terna, in Sicilia diverse associazioni ambientali lanciano un grido d’allarme. La vicenda è serissima, e riguarda un progetto realizzato da Terna, la multinazionale partecipata dallo stato. Vogliamo occuparci della vicenda rischiando di essere prolissi, ma il caso merita due minuti della nostra attenzione.

Premessa

L’iter e la valutazione del progetto di elettrodotto Terna Sorgente-Rizziconi sono caratterizzati da numerose “anomalie” nell’applicazione delle norme vigenti (regionali, nazionali e comunitarie), anche se l’opera è in possesso delle autorizzazioni previste dalla legge.

L’elettrodotto è stato autorizzato ai sensi del DL 239/2003 come modificato in sede di conversione e con le ss.mm.ii. Il tratto siciliano aereo va dal Torrente Gallo (comune di Villafranca Tirrena) a Sorgente (comune di San Filippo del Mela). Nel tratto iniziale ricade nella Zona di Protezione Speciale denominata Monti Peloritani, dorsale Curcuraci-Antennammare ed Area Marina dello Stretto, istituita per la protezione dell’avifauna migratoria. Detta ZPS ricade in uno dei principali corridoi di migrazione. Successivamente, sempre attraversando le colline peloritane, entra quindi nell’Area ad elevato rischio di crisi ambientale, in Valle del Mela, così identificata con D.A. del 2002. Le centrale di arrivo è quella di Sorgente, sempre in Valle del Mela. Per l’Area ad elevato rischio di crisi ambientale, individuata per l’elevato inquinamento presente, legato all’area industriale di Milazzo, il citato decreto prevede interventi di risanamento mai eseguiti, così come non sono mai stati eseguiti gli interventi di risanamento legati alla presenza dell’area nei SIN (siti industriali nazionali da risanare). Eppure una serie notevolissima di studi ha accertato e continua ad accertare gli effetti nefasti sulla salute degli abitanti del comprensorio ed in particolare sui bambini. Per tale area la presenza di un ulteriore effetto inquinante di tipo fisico, come quello legato alla presenza di un incremento del campo elettromagnetico che va ad aggiungersi agli altri fattori inquinanti di tipo chimico non può essere sottovalutata, anche se nei limiti delle previsioni normative, per la mancata verifica degli effetti di cumulo.

Violazioni sostanziali e formali

Sono numerosissime le violazioni sostanziali delle norme vigenti, anche se il progetto è dotato di tutte le autorizzazioni necessarie.

A prescindere dal mancato recepimento nella normativa italiana del principio di precauzione sugli effetti dei campi elettromagnetici, vanno poste in evidenza le seguenti criticità:

1) Norme ambientali comunitarie e nazionali

Frammentazione del progetto a fini VIA – Esclusione dalla VIA

Il progetto definitivo generale è stato frammentato ai fini VIA, cosa esplicitamente e ripetutamente censurata del Consiglio di Stato e dalla Corte di Giustizia Europea. Una parte di esso non è mai stata sottoposta a Valutazione di Impatto Ambientale. Proprio per questa carenza il posto scelto per la costruzione della Centrale Elettrica di conversione e rifasamento è risultato inidoneo e, a parte il danno ambientale, ha dovuto subire diverse varianti allo scopo di mettere in sicurezza le opere previste, per il crollo continuo del territorio limitrofo sovrastante, caratterizzato da gessi e carbonati del Messiniano.

2) Direttiva Habitat e DPR 357/97 di recepimento.

La stessa Regione Sicilia aveva evidenziato la incompatibilità del progetto con la Direttiva Habitat prescrivendo l’acquisizione del parere della Comunità Europea. Tale prescrizione, successivamente al primo decreto di compatibilità ambientale, veniva incredibilmente eliminata con altro decreto ministeriale, senza una sostanziale motivazione e al di fuori della prevista procedura di evidenza pubblica per la modifica dei provvedimenti adottati.

La eliminazione della importante prescrizione non ha inoltre tenuto conto del sopraggiunto Piano di Gestione della Zona di Protezione Speciale ITA930042 Monti Peloritani, dorsale Curcuraci Antennammare ed Area Marina dello Stretto.

3) Mancata verifica di ottemperanza alle prescrizioni impartite

La importante verifica, che va fatta sul progetto esecutivo dai vari ministeri e dagli altri soggetti individuati con l’Autorizzazione Unica, ha avuto inizio anni dopo l’inizio dei lavori e per molte delle prescrizioni impartite non si conosce l’esito. Per altre prescrizioni la verifica non è mai stata effettuata.

4) Tardività delle indagini geologiche

Le indagini geologiche per la collocazione dei sostegni 44 e 45, in prossimità del Villaggio Serro di Villafranca Tirrena, sono state avviate oltre due anni dopo la presentazione del progetto esecutivo e non risulta che siano mai state sottoposte alla valutazione degli organi competenti.

A questo aspetto è relativo il sequestro del sostegno 45 e la richiesta dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste per la modifica del Piano per l’Assetto Idrogeologico, non accolta dalla Regione Siciliana. Il sostegno è stato da qualche giorno dissequestrato, pare per rendere possibile la esecuzione di alcuni lavori importanti per l’avvio della messa in esercizio, prevista da Terna per il prossimo 16 maggio.

5) Norme sul paesaggio

Violazione del D.Lgs. 42/04 e ss.mm.ii., art. 143, comma 9.

Il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9 è pienamente vigente dal mese di gennaio 2010 in regime di salvaguardia. La norma prevede l’impossibilità di realizzare opere in contrasto con il piano, anche se già autorizzate, a condizione che i lavori non siano già stati avviati.

Alla data di adozione del Piano e la sua entrata in vigore mancava ancora l

L’Autorizzazione Unica sul progetto definitivo, rilasciata oltre sei mesi dopo.

Inoltre nelle more veniva anche modificato il decreto di Valutazione di Impatto Ambientale. Questa violazione ha portato al sequestro del sostegno 40 e alla citazione diretta a giudizio dei responsabili, il cui processo avrà la prima udienza il prossimo 3 maggio. Per tali motivi si approfondisce immediatamente questo aspetto.

IL SEQUESTRO DEL SOSTEGNO 40

Terna è al corrente dei vincoli che hanno portato al sequestro dal 2010 da prima del rilascio dell’Autorizzazione Unica 2010.

4 dicembre 2009: adozione del Piano Paesaggistico.

25 gennaio 2010: inizio pubblicazione del Piano, sino a fine aprile 2010.

21 maggio 2010: avviso del Piano in Gazzetta Ufficiale regionale

26 maggio 2010: decreto ministeriale di modifica dell’Autorizzazione VIA

08 luglio 2010: Autorizzazione del progetto definitivo, pubblicata il 4 agosto.

In data 9 agosto 2010 il Consiglio comunale del comune di Villafranca Tirrena votava un OdG con cui informava Terna del contrasto tra il tracciato dell’elettrodotto e il Piano Paesaggistico, adottato il 4 dicembre 2009. L’Associazione MAN informava nuovamente Terna il 6 giugno 2011 avvisando anche tutti gli interessati (Soprintendenza, Ministero dell’Ambiente, Ministero dei Beni Culturali. Ministero dello Sviluppo Economico, Assessorato Regionale dei Beni Culturali, Comune di Saponara) della sopravvenuta incompatibilità. Seguiva una copiosa corrispondenza con riunioni varie. La Soprintendenza affermava ripetutamente l’intenzione di non intervenire in merito all’autorizzazione rilasciata e resteranno indifferenti tutte le autorità regionali coinvolte, per questo ed altri motivi.

Nel 2012 Terna completava il progetto esecutivo.

Nel febbraio 2012 il Consiglio Provinciale di Messina, ad unanimità, invitava Terna a risolvere le varie criticità denunciate.

Il 6 marzo 2013 una mozione dell’Assemblea Regionale Siciliana, votata quasi ad unanimità, chiedeva la modifica del tracciato. 

Terna non teneva conto di nulla e avviava i lavori.

In data 20 maggio 2013 l’Associazione MAN presentava alla Procura della Repubblica un esposto riguardante le violazioni di natura paesaggistica, meglio descritte al punto 5) della relazione riassuntiva allegata.

A quella data era stato collocato solo qualche sostegno nella Valle del Mela e per il sostegno 40 era stata realizzata solo la fondazione.

In data 11 febbraio 2015, ad opera quasi ultimata, il GIP del Tribunale di Messina disponeva il sequestro del sostegno 40 su proposta del PM e in data 12 marzo il Tribunale del Riesame respingeva l’istanza di dissequestro con un provvedimento ampiamente motivato e significativo.

In data 16 luglio 2015 Terna presentava istanza di dissequestro.

In data 17 luglio, inaspettatamente, lo stesso PM accoglieva l’istanza disponendo il dissequestro, senza alcuna motivazione giuridica e anzi confermando che il quadro cautelare era immutato.

Successivamente il PM citava in giudizio l’ingegnere Roberto Cirrincione, dirigente di Terna, gli architetti Salvatore Scuto e Anna Piccione della Soprintendenza di Messina, rispettivamente ex soprintendente ed ex dirigente della sezione Beni Paesaggistici, e l’imprenditore Simone Dal Pozzo.

Restano ancora in attesa di fissazione della prima udienza i due ricorsi presentati dall’Associazione Mediterranea per la Natura Onlus al Tar del Lazio nell’autunno del 2010.

Premessa

L’iter e la valutazione del progetto di elettrodotto Terna Sorgente-Rizziconi sono caratterizzati da numerose “anomalie” nell’applicazione delle norme vigenti (regionali, nazionali e comunitarie), anche se l’opera è in possesso delle autorizzazioni previste dalla legge.

L’elettrodotto è stato autorizzato ai sensi del DL 239/2003 come modificato in sede di conversione e con le ss.mm.ii. Il tratto siciliano aereo va dal Torrente Gallo (comune di Villafranca Tirrena) a Sorgente (comune di San Filippo del Mela). Nel tratto iniziale ricade nella Zona di Protezione Speciale denominata Monti Peloritani, dorsale Curcuraci-Antennammare ed Area Marina dello Stretto, istituita per la protezione dell’avifauna migratoria. Detta ZPS ricade in uno dei principali corridoi di migrazione. Successivamente, sempre attraversando le colline peloritane, entra quindi nell’Area ad elevato rischio di crisi ambientale, in Valle del Mela, così identificata con D.A. del 2002. Le centrale di arrivo è quella di Sorgente, sempre in Valle del Mela. Per l’Area ad elevato rischio di crisi ambientale, individuata per l’elevato inquinamento presente, legato all’area industriale di Milazzo, il citato decreto prevede interventi di risanamento mai eseguiti, così come non sono mai stati eseguiti gli interventi di risanamento legati alla presenza dell’area nei SIN (siti industriali nazionali da risanare). Eppure una serie notevolissima di studi ha accertato e continua ad accertare gli effetti nefasti sulla salute degli abitanti del comprensorio ed in particolare sui bambini. Per tale area la presenza di un ulteriore effetto inquinante di tipo fisico, come quello legato alla presenza di un incremento del campo elettromagnetico che va ad aggiungersi agli altri fattori inquinanti di tipo chimico non può essere sottovalutata, anche se nei limiti delle previsioni normative, per la mancata verifica degli effetti di cumulo.

Violazioni sostanziali e formali

Sono numerosissime le violazioni sostanziali delle norme vigenti, anche se il progetto è dotato di tutte le autorizzazioni necessarie.

A prescindere dal mancato recepimento nella normativa italiana del principio di precauzione sugli effetti dei campi elettromagnetici, vanno poste in evidenza le seguenti criticità:

1) Norme ambientali comunitarie e nazionali

Frammentazione del progetto a fini VIA – Esclusione dalla VIA

Il progetto definitivo generale è stato frammentato ai fini VIA, cosa esplicitamente e ripetutamente censurata del Consiglio di Stato e dalla Corte di Giustizia Europea. Una parte di esso non è mai stata sottoposta a Valutazione di Impatto Ambientale. Proprio per questa carenza il posto scelto per la costruzione della Centrale Elettrica di conversione e rifasamento è risultato inidoneo e, a parte il danno ambientale, ha dovuto subire diverse varianti allo scopo di mettere in sicurezza le opere previste, per il crollo continuo del territorio limitrofo sovrastante, caratterizzato da gessi e carbonati del Messiniano.

2) Direttiva Habitat e DPR 357/97 di recepimento.

La stessa Regione Sicilia aveva evidenziato la incompatibilità del progetto con la Direttiva Habitat prescrivendo l’acquisizione del parere della Comunità Europea. Tale prescrizione, successivamente al primo decreto di compatibilità ambientale, veniva incredibilmente eliminata con altro decreto ministeriale, senza una sostanziale motivazione e al di fuori della prevista procedura di evidenza pubblica per la modifica dei provvedimenti adottati.

La eliminazione della importante prescrizione non ha inoltre tenuto conto del sopraggiunto Piano di Gestione della Zona di Protezione Speciale ITA930042 Monti Peloritani, dorsale Curcuraci Antennammare ed Area Marina dello Stretto.

3) Mancata verifica di ottemperanza alle prescrizioni impartite

La importante verifica, che va fatta sul progetto esecutivo dai vari ministeri e dagli altri soggetti individuati con l’Autorizzazione Unica, ha avuto inizio anni dopo l’inizio dei lavori e per molte delle prescrizioni impartite non si conosce l’esito. Per altre prescrizioni la verifica non è mai stata effettuata.

4) Tardività delle indagini geologiche

Le indagini geologiche per la collocazione dei sostegni 44 e 45, in prossimità del Villaggio Serro di Villafranca Tirrena, sono state avviate oltre due anni dopo la presentazione del progetto esecutivo e non risulta che siano mai state sottoposte alla valutazione degli organi competenti.

A questo aspetto è relativo il sequestro del sostegno 45 e la richiesta dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste per la modifica del Piano per l’Assetto Idrogeologico, non accolta dalla Regione Siciliana. Il sostegno è stato da qualche giorno dissequestrato, pare per rendere possibile la esecuzione di alcuni lavori importanti per l’avvio della messa in esercizio, prevista da Terna per il prossimo 16 maggio.

5) Norme sul paesaggio

Violazione del D.Lgs. 42/04 e ss.mm.ii., art. 143, comma 9.

Il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9 è pienamente vigente dal mese di gennaio 2010 in regime di salvaguardia. La norma prevede l’impossibilità di realizzare opere in contrasto con il piano, anche se già autorizzate, a condizione che i lavori non siano già stati avviati.

Alla data di adozione del Piano e la sua entrata in vigore mancava ancora l

L’Autorizzazione Unica sul progetto definitivo, rilasciata oltre sei mesi dopo.

Inoltre nelle more veniva anche modificato il decreto di Valutazione di Impatto Ambientale. Questa violazione ha portato al sequestro del sostegno 40 e alla citazione diretta a giudizio dei responsabili, il cui processo avrà la prima udienza il prossimo 3 maggio. Per tali motivi si approfondisce immediatamente questo aspetto.

IL SEQUESTRO DEL SOSTEGNO 40

Terna è al corrente dei vincoli che hanno portato al sequestro dal 2010 da prima del rilascio dell’Autorizzazione Unica 2010.

4 dicembre 2009: adozione del Piano Paesaggistico.

25 gennaio 2010: inizio pubblicazione del Piano, sino a fine aprile 2010.

21 maggio 2010: avviso del Piano in Gazzetta Ufficiale regionale

26 maggio 2010: decreto ministeriale di modifica dell’Autorizzazione VIA

08 luglio 2010: Autorizzazione del progetto definitivo, pubblicata il 4 agosto.

In data 9 agosto 2010 il Consiglio comunale del comune di Villafranca Tirrena votava un OdG con cui informava Terna del contrasto tra il tracciato dell’elettrodotto e il Piano Paesaggistico, adottato il 4 dicembre 2009. L’Associazione MAN informava nuovamente Terna il 6 giugno 2011 avvisando anche tutti gli interessati (Soprintendenza, Ministero dell’Ambiente, Ministero dei Beni Culturali. Ministero dello Sviluppo Economico, Assessorato Regionale dei Beni Culturali, Comune di Saponara) della sopravvenuta incompatibilità. Seguiva una copiosa corrispondenza con riunioni varie. La Soprintendenza affermava ripetutamente l’intenzione di non intervenire in merito all’autorizzazione rilasciata e resteranno indifferenti tutte le autorità regionali coinvolte, per questo ed altri motivi.

Nel 2012 Terna completava il progetto esecutivo.

Nel febbraio 2012 il Consiglio Provinciale di Messina, ad unanimità, invitava Terna a risolvere le varie criticità denunciate.

Il 6 marzo 2013 una mozione dell’Assemblea Regionale Siciliana, votata quasi ad unanimità, chiedeva la modifica del tracciato. 

Terna non teneva conto di nulla e avviava i lavori.

In data 20 maggio 2013 l’Associazione MAN presentava alla Procura della Repubblica un esposto riguardante le violazioni di natura paesaggistica, meglio descritte al punto 5) della relazione riassuntiva allegata.

A quella data era stato collocato solo qualche sostegno nella Valle del Mela e per il sostegno 40 era stata realizzata solo la fondazione.

In data 11 febbraio 2015, ad opera quasi ultimata, il GIP del Tribunale di Messina disponeva il sequestro del sostegno 40 su proposta del PM e in data 12 marzo il Tribunale del Riesame respingeva l’istanza di dissequestro con un provvedimento ampiamente motivato e significativo.

In data 16 luglio 2015 Terna presentava istanza di dissequestro.

In data 17 luglio, inaspettatamente, lo stesso PM accoglieva l’istanza disponendo il dissequestro, senza alcuna motivazione giuridica e anzi confermando che il quadro cautelare era immutato.

Successivamente il PM citava in giudizio l’ingegnere Roberto Cirrincione, dirigente di Terna, gli architetti Salvatore Scuto e Anna Piccione della Soprintendenza di Messina, rispettivamente ex soprintendente ed ex dirigente della sezione Beni Paesaggistici, e l’imprenditore Simone Dal Pozzo.

Restano ancora in attesa di fissazione della prima udienza i due ricorsi presentati dall’Associazione Mediterranea per la Natura Onlus al Tar del Lazio nell’autunno del 2010.

Resta ancora in attesa di fissazione udienza il ricorso al Consiglio di Stato della primavera 2013 di un gruppo di cittadini del Villaggio Serro.

Resta ancora in attesa di fissazione udienza il ricorso al Consiglio di Stato della primavera 2013 di un gruppo di cittadini del Villaggio Serro.

Redazione

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