Emergenza migranti, 700 morti secondo l’Onu e famiglie spezzate che fuggono da fame e guerra
E’ stata ribattezzata come la strage dei bambini. Uno dei tanti viaggi nei barconi gestiti dai trafficanti di esseri umani nella rotta del Mediterraneo. Erano almeno in quaranta su quel barcone affondato nel giro di un’ora giovedì sotto gli occhi delle centinaia di migranti ammassati sull’imbarcazione gemella che, con una fune, trainava nel Canale di Sicilia l’altra che aveva cominciato a imbarcare acqua inabissandosi velocemente.
Sono oltre dodicimila i migranti sbarcati in una settimana. Secondo l’agenzia dei rifugiati dell’Onu, l’Unhcr, sarebbero oltre 700 le vittime di tre naufragi nel Mediterraneo in questi ultimi giorni.
Alessia Lai, della Croce Rossa Italiana, ci parla di un altro dramma che si consuma in questi viaggi e anche durante le operazioni di salvataggio. Chi ce la fa spesso non riesce a ricongiungersi con la propria famiglia. Gli uomini vengono divisi dalle donne e dai bambini e molte volte sono dirottati in centri distanti tra loro. La Croce Rossa si occupa ormai da diverso tempo di collaborare con le autorità per permettere di non separare le famiglie che arrivano dopo un viaggio disumano in Italia.
L’altro ieri, a Pozzallo, su mandato della Procura di Ragusa, la polizia ha arrestato il presunto scafista sudanese su cui grava anche l’accusa di avere provocato la morte di oltre 400 migranti (almeno una quarantina i bambini di cui si sarebbero perse le tracce).
Ieri a Pozzallo sono state fermate su disposizione della Procura iblea, altre tre persone: il presunto scafista di un barchino con 20 migranti, un ghanese 21enne, e due presunti scafisti di un gommone con circa 140 migranti, un 16enne della Guinea e un nigerano 29enne.
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