Musumeci presidente della Regione? Parla il deputato nell’intervista che svela tutto

Diversi rumors in questi giorni hanno parlato di una possibile candidatura di Nello Musumeci per la carica di presidente della Regione Sicilia. Abbiamo raggiunto l’attuale presidente della commissione regionale antimafia e abbiamo parlato di questo e di molto altro…

Diversi rumors in questi giorni hanno parlato di una possibile candidatura di Nello Musumeci per la carica di presidente della Regione Sicilia. Abbiamo raggiunto l’attuale presidente della commissione regionale antimafia e abbiamo parlato di questo e di molto altro…
 Allora ha sciolto il riserbo correrà per la presidenza della regione?
 Non ho annunciato alcuna mia candidatura alla presidenza della Regione. I vertici del mio movimento civico – ed in particolare la portavoce Giusy Savarino –  dopo l’entusiasmante risultato di Caltagirone, ritengono che la felice esperienza di quella città-simbolo possa essere riproposta alle regionali del prossimo anno.
Si può parlare di lei come il candidato di centrodestra?
 E’ chiaro che se ci fossero le condizioni per una mia candidatura, non mi tirerei indietro. Ma prima serve un confronto sereno e responsabile non solo fra le forze politiche del centrodestra ma anche fra i rappresentanti di movimenti e associazioni espressi dalla società e privi di riferimenti. Io sono per andare oltre il perimetro del centrodestra: serve una ampia aggregazione alternativa al renzismo ed al crocettismo. Il Pd governa da nove anni la Regione ed ha prodotto solo macerie!
Berlusconi cosa pensa della sua scelta?
Non so cosa pensi Berlusconi delle vicende siciliane. E’ un tema che riguarda Forza Italia. Io sono convinto che la scelta del candidato e del programma sia un tema tutto siciliano. Sono finiti i tempi dei nomi e delle formule calate dall’alto.
Ha sentito Miccichè?
No, non è capitato, negli ultimi tempi.
In un momento così difficile per le destra, si pone come un rinnovatore?
Il momento è difficile per la politica, in generale. Essa ha perso autorevolezza e credibilità, per colpa di tanti. C’è tanto bisogno in giro di buona politica, quella del fare, dell’agire, della concretezza, delle poche chiacchiere. La politica che sa stare accanto alla gente e che sa governare nella più assoluta onestà. Tutto questo io non ho bisogno di dimostrare di saperlo fare: l’ho già fatto, per un decennio, alla guida della Provincia di Catania. E continuerei a farlo se chiamato a guidare la nostra Regione. Lo dico con orgoglio e senza superbia.
Come vede l’avanzata dei Cinque stelle?
 In un momento di crisi esasperante non è difficile raccogliere voti di protesta. E’ difficile tradurre il consenso protestatario in azioni di governo. E questo lo vedremo tra qualche mese.
Correrà con simboli di partito, o solo con il suo movimento “Diventerà bellissima”?

Se correrò o meno si saprà tra non molto. I partiti sono il sale della democrazia: debbono solo cambiare metodo e fare un pò di pulizia al loro interno. Ma assieme ai partiti vorrei accanto a me i rappresentanti del civismo, di quella parte della società che stenta a riconoscersi ancora nei partiti tradizionali. #diventerabellissima si allarga a macchia d’olio in Sicilia. Aderisce gente proveniente da diverse esperienze, dalla sinistra ai grillini: uniti nella diversità per diventare una forza alternativa di governo, per tirare la nostra Isola fuori dal tunnel. Basta egoismi di parte, basta tattiche e bizantinismi: serve una squadra di persone perbene e capaci, senza padrini e pronti a lavorare duro per cinque anni!

La valutazione del governo Crocetta, in poche parole?

In due parole: un disastro!

 Ci può parlare in sintesi del delicato lavoro che avete svolto in commissione antimafia?

Impossibile farlo in sintesi. La Commissione lavora e produce relazioni senza fermarsi un solo giorno. Non ci occupiamo di reati penali ma di peccati morali. Chi ha la fortuna di esercitare l’antichissima arte della politica deve stare attento non solo al codice penale ma anche a quello dell’etica pubblica. Solo così possiamo riportare, almeno in Sicilia, milioni di elettori alle urne.