cronaca

Recuperato il relitto del peschereccio dove morirono 700 persone – FOTO

Il 27 giugno 2016 è stato agganciato a 370 metri di profondità il relitto del peschereccio inabissatosi il 18 aprile 2015,  sollevato dal fondale marino verso la superficie attraverso il modulo di recupero installato a bordo della nave Ievoli Ivory.

In particolare sulla nave San Giorgio della Marina Militare, che sta fornendo la protezione a tutto il dispositivo navale, è imbarcata oltre al personale del Gruppo Operativo Subacquei della Marina, una squadra di Vigili del Fuoco che ha il compito di effettuare i primi rilievi sul relitto e anticipare le informazioni utili alle squadre pronte a terra.

Il relitto, trasportato nella rada di Augusta dalla nave Ievoli Ivory, sarà collocato all’interno di una tensostruttura refrigerata,  lunga 30 metri, larga 20 e alta 10. Inizieranno, quindi, le operazioni di recupero delle salme dal relitto da parte del personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e successivamente dal personale del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana.

Una delle fasi del recupero

Le operazioni

I corpi saranno esaminati da esperti sanitari di varie università coordinati dalla dott.ssa Cattaneo del  Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense (Labanof), attiva nel dipartimento di Morfologia Umana e Scienze Biomediche di Medicina legale dell’Università di Milano, allo scopo di acquisire informazioni utili a creare un network a livello europeo che permetta di risalire all’identità dei corpi attraverso l’ incrocio dei dati.

L’attività disposta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri è resa possibile grazie alla sinergia tra Ministero della Difesa, Ministero dell’Interno, Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Commissario Straordinario per le persone scomparse, Prefettura di Siracusa e Procura della Repubblica di Catania e vede il coinvolgimento a terra di circa 150 persone al giorno tra cui personale della Marina Militare, dei Vigili del Fuoco, del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, dell’Ufficio di Sanità Marittima, Area e di Frontiera (USMAF), dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP), Agenzia della Dogana, oltre alle Autorità ed Enti Locali insistenti sul territorio.

Il modulo di recupero è stato progettato e realizzato dalla Società “I.D.MC. Impresub – Diving and Marine Contractor S.r.l.” di Trento.

 

v.b.

Redazione

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