Roberto Alajmo si dimette. Il saluto ai dipendenti del Teatro Biondo.
Ci risiamo, il solito copione si ripete. Quando qualcosa funziona in questa terra, la stessa è destinata a finire. La storia recente del Teatro Biondo, purtroppo è parte di questa realtà. In questi giorni abbiamo assistito alle dimissioni di Roberto Alajmo, figura che aveva risollevato le sorti di uno dei centri culturali della nostra città, un front-man di tutto rispetto troppo spesso mandato in trincea nei tavoli delle trattative sindacali senza risposte. Ma non perché lui non avesse risposte, ma perché quelle istituzioni che da anni gridano ai quattro venti l’interesse del teatro, le risposte concrete non le hanno mai date. Non vediamo la faccenda nell’ottica di un conflitto tra Orlando e Alajmo, perché la vicenda è molto più ampia, ed è lo stesso Alajmo a spiegarcelo .
In Sicilia troppe volte la media del sottosviluppo non vuole essere volutamente superata, qui accade che non solo non si gioca, ma che non vogliono lasciarti giocare. Troppe volte sono stato mandato come carne da macello per rispondere ai sindacati, senza essere messo nelle condizioni di gestire fino in fono il teatro come avrei voluto. Se la Regione e il Comune non sono in grado di pagare le quote associative, abbiano il coraggio di prendersi le proprie responsabilità chiudendo il teatro.
Una storia che lascia tutti con l’amaro in bocca, non solo i sindacati, non solo lo stesso Roberto Alajmo, ma la città di Palermo tutta, che assiste ad un vero e proprio depauperamento delle risorse destinate alle cultura, ma d’altronde è risaputo, per alcuni con la cultura non si mangia.