Di Elisa Iacovo

Per la serie “La Mafia uccide solo d’estate”, ricordiamo alcuni dei nomi, noti e meno noti, tra le vittime di mafia, di cui ricorre oggi l’anniversario.

ANDREA RAIA, 38 Noto artificiere della provincia di Palermo, segretario della Camera del Lavoro di Casteldaccia (PA), membro del comitato di controllo dei “Granai del Popolo” e attivo sindacalista, viene barbaramente ucciso la notte tra il 5 e il 6 Agosto 1944 durante il rientro alla sua abitazione, situata in via Butera n° 5. Movente dell’omicidio sembra essere il rifiuto categorico dello stesso a cedere alla persuasione, da parte di numerosi componenti dell’Amministrazione comunale, di appropriazione indebita di denaro pubblico, destinato alle famiglie delle vittime di guerra. Raia viene ricordato come la prima vittima comunista, e Casteldaccia come il primo paese ospite di un delitto mafioso. Sicari e mandanti rimangono tuttora ignoti.

GAETANO COSTA, 64 Non è sicuramente nuovo il nome del Procuratore Capo di Palermo che il 6 Agosto 1980 viene ucciso da un colpo di pistola sparato dritto in faccia mentre, assorto nella lettura dei titoli di alcuni libri esposti su un bancarella, passeggiava per le vie del centro. Mesi prima Costa aveva iniziato un’indagine sul traffico illecito di droga e firmato un mandato di arresto nei confronti di alcune note famiglie per concorso ad associazioni mafiose. Colleghi e sostituti non hanno esitato a dichiararsi estranei alle indagini. Il coraggio e la voglia di verità del Magistrato sono stati ripagati con l’emarginazione e la tomba. A seguire le sue orme, l’amico e collega Rocco Chinnici, ideatore del <<Pool Antimafia>> che, dopo la sua uccisione, ebbe come protagonisti i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

ANTONINO (NINNI) CASSARÀ, 38 Ucciso insieme al collega Roberto Antiochia, 23, in un attentato di stampo mafioso in viale Croce Rossa (PA) nel primo pomeriggio del 6 Agosto 1985, il Vice dirigente della scuola mobile di Palermo era stato a capo dell’operazione “Pizza Connection” che aveva condotto all’arresto di decine di mafiosi tra l’Italia e gli USA e partecipato a diverse altre indagini. I mandanti fermati e condannati all’ergastolo.

“A causa di 5mila pezzi di merda è stato infangato il nome di 5milioni di siciliani onesti”. Riesumo ancora una volta le pungenti parole di Pino Maniaci, Direttore dell’emittente televisiva palermitana Telejato, già ribadite, a voce alta, dal Direttore Responsabile di Moralizzatore.it, Ismaele la Vardera, in occasione di un incontro con gli studenti di giornalismo dell’università di Messina il 24 Novembre 2015 presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne.

Con la speranza che un giorno tutti riuscissimo a gridare “La Sicilia è Nostra e non Cosa Nostra!”