Piste da riciclare
Non c’è pace per i ciclisti a Palermo. Non c’è angolo della città dove loro possano vivere sogni tranquilli e andare per strada senza correre pericolo alcuno. In città, lo sappiamo tutti, tra gli automobilisti, impera la “selvaggiume” più totale e, grazie a questo miracolo di trasformismo antropologico, dove chi è noto per la sua plomb, nel traffico perde ogni limite, dentro quella scatoletta non vigono più le norme sulla circolazione ma vigono quelle di casa sua, e si adegua alla massa, il biker diventa un fastidio. A questo dramma, si aggiunge lo strano caso dell’improbabile, comica segnaletica predisposta dall’assessorato al traffico che, invece di rassicurare o dare certezze, spiazza, sconcerta, confonde ancor di più il cittadino sia che esso sia pedone, ciclista o automobilista.
Ma andiamoci con ordine.
Cosa possono significare questi simboli (fig. 1) situati in Corso Vittorio Emanuele?
Che è una pista ciclabile, si vede, ma che possa essere anche una corsia preferenziale per i pedoni non si
riesce proprio a capire.
Come potrebbero fare a convivere pedoni e bikers nella strettoia di questa corsia?
C’è anche la possibilità che entrambi possano anche non passare, perché, ad esempio, ci sono dei taxi posteggiati davanti l’Hotel Centrale (fig.2) oppure, addirittura che i pedoni, essendoci delle gradevolissime panchine, usino la carreggiata per sostare e chiacchierare (fig. 3)
Così il ciclista è costretto a prendere dalla corsia centrale più adatta ai pedoni (che vedendosi sfrecciare le bici molto vicine si inviperiscono) e la corsia ciclo-pedonale diventa luogo di relax del commerciante della zona (fig. 4).
La stessa cosa succede in via Maqueda, pedonale anch’essa ma con l’accortezza quantomeno di non mettere il simbolo del pedone sulla pista ciclabile (Fig. 5)
Ma il top del comico si raggiunge guardando queste altre foto che sembrano uscite da un cartone animato.
Quella in fig. 6 è la pista ciclabile della Via Francesco Crispi al Porto dove, non si sa per quale motivo, hanno sbarrato il passaggio con delle inferriate.
Per non far posteggiare le macchine? (si, perché noi palermitani ne siamo capaci). Per non far passare gli scooters? Non si capisce.
E che cosa si pensa guardando la fig. 7 di quella corsia ciclabile (che trovasi in Via Dante) con annesso posteggio per diversamente abile? In pratica l’auto del diversamente abile sarà posteggiata quasi al centro della carreggiata di Via Dante e i ciclisti dovranno stare attenti perché comunque da lì, prima o poi, passerà un diversamente abile che dovrà attraversare per necessità la pista ciclabile per cercare di andare sul marciapiede.
In Via dell’Olimpo, invece, la risata diventa pianto. La pista ciclabile si cicla ma non abilmente in quanto la stessa accoglie i contenitori dell’A.M.I.A. (fig. 8), la nostra beata, cara, azienda di igiene ambientale che, giustamente, non trova miglior modo per invadere una zona riservata ai ciclisti. Lo sapete in tutto questo bailamme qual è la verità di tutta questa rocambolesca storia? Che il ciclista a Palermo non conta nulla, è suvecchiu e da fastidio, e allora si prendono soluzioni rabberciate, semplicistiche, insufficienti e poco decorose per far apparire che comunque la Città di Palermo ha l’attenzione particolare per questo veicolo a due ruote che disgraziatamente non inquina, che è la gioia di grandi e piccini e che fa bene alla salute!