Aci Castello è un comune in provincia di Catania all’interno del suo territorio, Aci Trezza, è la terra che ha ispirato Giovanni Verga per “I Malavoglia”. Di malavoglia sembra essercene poca, tanto è che alcuni consiglieri hanno una voglia smodata di partecipare alle commisioni consiliari, talmente è viscerale la dedizione al lavoro che dai verbali ufficiali del comune risultano presenti contemporaneamente in più di una seduta di commissione consiliare. Il dono dell’onnipresenza è possibile ad Aci Castello, e i miracoli sono all’ordine del giorno.
Dall’analisi degli atti ufficiali prodotti dal Comune di Aci Castello risulta la presenza contemporanea di alcuni consiglieri in differenti commissioni al fine di percepire due o più gettoni nella stessa giornata. “Ciò porterebbe – secondo quanto si legge nell’esposto del consigliere Antonio Bonoccorso dei 5 Stelle – ad un danno erariale di consistente valore”.
Il 28 agosto 2014 il consigliere Marco Calì arriva ad essere presente contemporaneamente in tre commissioni, la prima, la sesta e la settima.
Nei documenti e nell’esposto si citano anche casi in cui i consiglieri riescono ad essere presenti in 5 sedute in una giornata. “E’ evidente come il modus operandi sia doloso – si legge nell’esposto indirizzato ai magistrati – in quanto, alcuni consiglieri risultano presenti, allo stesso orario, in commissioni diverse”.
Le Commissioni Consiliari Permanenti (CCP) sono istituite all’interno del Consiglio Comunale di Aci Castello, secondo l’art. 19 – comma 1 – dello Statuto comunale, hanno il “compito di favorire il miglior esercizio delle sue funzioni sugli atti fondamentali del Consiglio Comunale”. Ovviamente le sedute sono retribuite infatti l’art. 26 bis stabilisce le regole affinché la presenza del consigliere possa essere retribuita. Ci sono procedimenti per verificare la presenza del consigliere come il comunicare al Presidente della commissione l’entrata, l’uscita e l’allontanamento. Ai fini della liquidazione del gettone di presenza si ha “l’effettiva partecipazione” quando il consigliere comunale abbia partecipato almeno ad una votazione. Viene equiparata “all’effettiva partecipazione” l’abbandono della seduta prima della votazione motivato da ragioni politiche. Una storia che avremmo voluto non raccontarvi, anche se ci fa ben sperare perché ci fa capire che nella terra del Gattopardo i miracoli esistono ancora…
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