Il sistema di accoglienza italiano sembra essere inadeguato per la tutela dei minori non accompagnati. I centri hotspot, ad esempio, realizzati dall’Unione Europea e dalle autorità italiane per registrare i nuovi arrivi e velocizzare le procedure di respingimento ed espulsione, si trovano in una condizione cronica di sovraffollamento e non offrono servizi adeguati, nemmeno dal punto di vista igienico-sanitario. Il soggiorno massimo negli hotspot dovrebbe durare 48-72 ore, molti ragazzi invece rimangono bloccati per settimane. Già in passato ci siamo occupati di come cambiano le rotte dell’immigrazione e dell’ondata che sarebbe arrivata in Italia dopo l’accordo con la Turchia.
400 comunità per minori stranieri non accompagnati in Sicilia al collasso con operatori sono senza stipendio da un anno e pronte ad aprire le porte in uscita. Lo denuncia l’eurodeputato Ignazio Corrao del M5S
Da alcuni mesi il sistema di accoglienza siciliano ha iniziato a mostrare dei segni di inadeguatezza sia per la difficoltà di reperire idonee strutture residenziali, sia anche per la lievitazione dei costi di assistenza a carico dell’apparato pubblico e, di riflesso, delle stesse strutture di accoglienza. Dal 2014, la quota di compartecipazione statale ai costi sostenuti dai comuni per l’accoglienza dei minori in strutture autorizzate è stata ridotta ad euro 45,00 dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il quale nello stesso provvedimento ha sottolineato però nello stesso decreto che la somma a tale titolo erogata agli enti locali rappresentava la quota di contributo a carico dello Stato e non l’importo della retta nel suo complesso. La Regione siciliana ha interpretato a modo suo il provvedimento, considerando la quota giornaliera pro capite di 45,00 €, la misura definitiva del contributo da erogare ai comuni, al fine di sostenere il costo del servizio minori affidato alle strutture di accoglienza.
Questa situazione – dicono i deputati pentastellati – sottopone i minori alla possibile violazione dei minori sanciti dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo sottoscritta il 20 novembre 1989, ratificata dall’Italia con la legge n. 176/1991 e ancora dall’art. 24 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.
La Regione Siciliana prende tempo nel rendicontare alla stessa Europa i numeri del fenomeno, per questo i deputati si sono rivolti alla Commissione Europea affinché gli Stati Membri rispettino gli obblighi in materia di asilo.
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