Agrigento, l’antico Teatro di Akragas potrebbe rivivere dopo 500 anni di ricerche
Hanno avuto inizio ieri gli scavi archeologici ad Agrigento che potrebbero portare finalmente alla luce l’antico Teatro Greco di Akragas.
Ieri, nel corso della conferenza stampa che ha anticipato i lavori degli archeologici impegnati, sono stati presentati gli interventi che hanno portato alla individuazione di una struttura ad andamento semicircolare lungo il margine meridionale dell’area dell’Agorà, raffrontabile ad un edificio di tipo teatrale.
L’individuazione dell’edificio è avvenuta attraverso la scoperta di un primo frammento di muro con andamento circolare i cui scavi e le analisi delle strutture poi emerse hanno permesso di portare alla luce un muro di circa 80 m. di lunghezza che copre quasi un quarto di cerchio per diametro complessivo. Il muro è costruito con blocchi isodomi, e rappresenta il limite Sud di una struttura più complessa costituita da camere trapezoidali che, riempite di terra, costituivano un imponente fronte architettonico realizzando il limite della terrazza dell’Agorà verso Sud. La definizione cronologica del monumento pare risalire alla fine del III secolo a.C. anche se dovrà ancora essere confermata da esami più specifici.
Lo scavo, si inserisce in un più ampio progetto di Archeologia Pubblica, che verrà condotto “a cantiere aperto” con una specifica valenza didattica ed educativa al fine di avvicinare visitatori e, soprattutto, giovani generazioni all’attività archeologica attraverso l’esperienza diretta sul campo.
Una vera scoperta che, se confermata, si tratterebbe sicuramente di una delle più importanti scoperte storiche degli ultimi decenni. La campagna di scavi avrà una durata di circa due mesi ed è finanziata con i fondi del Pon Cultura 2014/2020. Nell’ambito delle disponibilità di bilancio derivanti dall’aumento degli incassi grazie allo sbigliettamento 2016, il Parco Archeologico e Paesaggistico ha ritenuto di programmare un cospicuo investimento di fondi per il proseguo delle attività di scavo.
L’ANNUNCIO
Ieri presso la sede del Parco Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi di Agrigento, si è svolta la conferenza stampa alla presenza del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, dell’assessore regionale ai Beni culturali, Carlo Vermiglio, del sindaco della città dei Templi, Lillo Firetto, ed i vertici del Parco con i rappresentanti dell’Università di Catania e del Politecnico di Bari.
ALFANO
La Sicilia deve diventare per l’Europa ciò che la Florida è per gli Stati Uniti d’America. Dobbiamo cercare di investire su ricettività e migliorare i nostri servizi. È una ricerca che dura da decenni o da secoli e speriamo che questa sia l’occasione giusta e la volta buona. Che ci sia un edificio lo dicono prove di evidenza scientifica. Il punto fondamentale di oggi è che comunque vada noi arricchiremo il patrimonio archeologico perchè qualcosa è stata trovata e a breve capiremo di cosa si tratta con precisione. Tutto ciò si iscrive in un ragionamento più grande. La scorsa settimana abbiamo approvato il documento di programmazione economica e nel 2017 le previsioni di crescita sono incoraggianti. A fronte di una crescita generale dello 0,8% nel 2016, il turismo è cresciuto in Italia del 10%. Noi abbiamo una regione è la più bella del mondo. Ditemi quale altra regione al mondo ha isole, vulcani, archeologia, la storia, la bellezza paesaggistica, i percorsi enogastronomici e un clima che in 6 mesi puoi fare quello che in altri Paesi si fa in pochissimi mesi. La scelta del governo regionale di fare questa insistenza è una scelta meritevole di un applauso.
VERMIGLIO
La città di Agrigento si trova ancora una volta al centro del classicismo e dell’universalità. Gli scavi di oggi si faranno in tempi brevi: circa due mesi. La Regione Siciliana è sensibilissima a tutto ciò che è cultura, economia e scienza. Nessuna iniziativa che va in tal senso verrà sottovalutata. Le Istituzioni devono essere pronte a sostenere ciò che è necessario.
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