Pino Maniaci via da Partinico, condannato senza processo

La notizia di qualche ora fa, Pino deve lasciare nuovamente Partinico e la sua tv. La Cassazione ha infatti rigettato la richiesta di annullamento del divieto di dimora.

La notizia di qualche ora fa, Pino deve lasciare nuovamente Partinico e la sua tv.  La Cassazione ha infatti rigettato la richiesta di annullamento del divieto di dimora. Adesso dovrà lasciare le provincie di Trapani e Palermo. Sembra evidente che Pino possa reiterare i reati e quindi debba allontanato da Partinico, reati che però non sono stati nemmeno accertati, quindi la confusione è dietro l’angolo e regna sovrana. Pino è pericoloso, Pino deve essere allontanato, Pino non ha il diritto di esercitare la sua professione, Pino è un delinquente. Si peccato però che di processi non si parli ancora, è che l’unico processo fatto, sia solo ed esclusivamente mediatico. Insomma Pino deve pagare le sue colpe, quali siano però non ci è dato saperlo, lui è già condannato, e chi se ne fotte dei processi, quelli sono roba passata di moda. La vicenda si è aperta con i tre capi d’imputazione, su due dei quali a suo tempo i pm Del Bene, Teresi, Picozzi, Louise Tartaglia avevano decretato l’espulsione, mentre il GIP non aveva ritenuto né importante né rilevante il terzo capo, cioè quello delle magliette commissionate a Polizzi e non pagate. Polizzi non ha confermato quanto affermato nelle registrazioni e perciò è stato ritenuto inattendibile. I pm, hanno presentato appello contro la decisione del Gip che aveva bocciato la richiesta di misura cautelare per il terzo capo. Pertanto la vicenda è finita al tribunale del Riesame presieduto da Maria Elena Gamberini, che ha valutato positivamente la richiesta avanzata dai secondo cui, Maniaci avrebbe chiesto e ottenuto favori anche da Polizzi, oltre quelli nei confronti dei due sindaci in cambio di una linea morbida nei suoi servizi televisivi. Inevitabile, da parte della difesa di Maniaci, rappresentata da Antonio Ingroia e Bartolo Parrino, il ricorso in Cassazione, ricorso che oggi viene respinto.