cronaca

Storie di (im)mobilità palermitana

Un incidente “come tanti”

La mattina dello scorso 23 ottobre un pedone è stato investito in Viale Regione Siciliana, una delle principali arterie di Palermo. Gravemente ferito, è stato trasportato all’ospedale Villa Sofia.

È un incidente come tanti perché purtroppo altri sinistri del genere hanno fatto parte, ultimamente, della triste storia della viabilità palermitana.

Il 20 ottobre, nel quartiere Brancaccio, si sono scontrati una moto e un camion. Due feriti gravi.

Il 19 ottobre sulla Palermo- Catania una moto si è scontrata contro un’auto. Un ferito.

Il 16 ottobre, in via Galilei, un’auto investe una moto e fugge.

E ancora il 14 ottobre, in zona stadio, un autobus si è scontrato con un tir. Il bilancio è di 37 feriti, tra cui 9 bambini.

Il 4 ottobre, in Corso Finocchiaro Aprile, una suora è stata investita da un autobus. Versa in gravi condizioni.

Chi sa guidare a Palermo sa guidare ovunque

Almeno una volta nella vita, un palermitano ha pronunciato questa frase, sottolineando le difficoltà e i disagi che incontra chi, inconsapevolmente o no, si avventura in macchina per le vie del capoluogo siciliano.

Il tema dell’incidentistica stradale è uno tra i più trattati e suscita la sensibilità di molti.

I social pullulano di giudici, che provano a spiegare come e perché si verifica un incidente stradale. A volte, per i più la causa dei sinistri si riduce unicamente al consumo di alcol e droga e spessissimo alcol e droga vengono associati all’alta velocità.

Tuttavia, spesso queste motivazioni non coincidono con la realtà dei fatti.

L’errore umano è sempre la causa?

Allora, forse, dovremmo mettere da parte i luoghi comuni e prendere in considerazione pochi elementi, ma che siano incisivi.

Ne bastano due (almeno come punto di partenza): pensiamo alla ovvia interazione che avviene tra il guidatore e la strada.

Associamo guidatore ad educazione stradale, strada a condizioni stradali.

Automobilisti ed educazione stradale

quanto mi piacerebbe – Carissimo Assessore Giusto Catania- che lei fosse pure dalla mia parte, che l’amministrazione si occupasse anche di me: delle mie esigenze di onesto automobilista palermitano. Come? Evitando di tagliarmi la strada con troppi cantieri tutti insieme. Dichiarando guerra ai posteggiatori abusivi. Multando a raffica le auto in doppia fila che soffocano la circolazione e gli sciagurati che guidano col telefonino incollato all’orecchio. Compiendo scelte assennate di mobilità che agevolino il disgraziato prigioniero nella sua scatolina di lamiera, poiché non è un nemico del popolo. Ma ho ancora come il sospetto – e me lo tengo – che la legalità a Palermo, sia soprattutto una certissima spada di Damocle per gli onesti e un’incertissima opzione per i disonesti

In una lettera, firmata OAPI (Onesto Automobilista Palermitano Incolonnato) , pubblicata lo scorso settembre su Live Sicilia e indirizzata a Giusto Catania, assessore alla Mobilità di Palermo, un cittadino esprime il proprio rammarico per le situazioni che, da automobilista disciplinato, è costretto a sopportare.

Il guidatore a Palermo, in molti casi, ha ricevuto poca educazione stradale.

È facile imbattersi in automobilisti che, alla guida, parlano al telefono (senza auricolari) o che fumano tranquillamente una sigaretta.

I sorpassi a destra sono all’ordine del giorno e gli indicatori di direzione sono scarsamente utilizzati perché a Palermo “le frecce le usano gli indiani”.

In moltissime strade la doppia fila è un fatto tanto abituale da passare inosservato, fino a quando qualcuno resta bloccato e inizia a usare generosamente uno degli amici più cari all’automobilista palermitano: il clacson, che a sua volta genera caos.

Purtroppo non manca neppure chi, per non stare in mezzo al traffico, transita per le corsie preferenziali.

I pedoni spesso sbucano improvvisamente, mentre i ciclisti pedalano tra le auto.

E quelli che non si curano dei limiti di velocità probabilmente fanno fatica a curarsi di pedoni, talvolta poco prudenti.

Le condizioni delle strade palermitane

L’automobilista palermitano sa bene che ci sono strade piene di buche e avvallamenti. Conosce altrettanto bene la segnaletica scarsa, a volte inesistente, di alcune zone. Spesso le strisce sono sbiadite.

Quando il guidatore è costretto a relazionarsi con problematiche come ad esempio una strada scarsamente illuminata, quanto contribuisce l’errore umano in caso di incidente stradale?

Infine, in assenza di una coscienza collettiva che valore ha l’intensificazione di controlli e autovelox?

Quanto queste coscienze sono effettivamente scosse dalle autorità competenti?

Vi lasciamo con una considerazione in merito tratta dalla lettera, firmata OAPI, destinata all’Assessore per la Mobilità di Palermo.

Avete messo per qualche settimana, il limite a cinquanta in viale Regione, prima dell’ennesima retromarcia. Sì, lo so, che è stato spiegato in lungo e in largo che esistono – nobilissime, per carità – esigenze di sicurezza e che le contravvenzioni non c’entrano niente. Però a me, onesto automobilista palermitano, è venuto lo stesso il dubbio che si volessero prendere due piccioni con un autovelox: vigilare – giustamente – per la salute pubblica e, nel frattempo, raggranellare qualche soldino con le multe imposte da una decisione astrusa, sconfessata dagli stessi che l’avevano vidimata. Solo un sospetto, appunto.

 

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Redazione Moralizzatore

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