La casa si ricostruisce, la vita no
“Questa mattina siamo scappati fuori. Tutti i vicini erano spaventati e gli anziani scioccati”.
La giornata di Marco Cimini, ex volontario della Croce rossa italiana e abitante di Terni, è iniziata con un forte boato e la fuga fuori da casa. Terni, città a 70 km dall’epicentro conosce bene il terremoto.
Marco ci racconta che fortunatamente a Terni non ci sono stati danni di alcun tipo. Tuttavia, la scossa si è sentita molto forte.
Abbiamo avuto tanta paura
“Terni è una città molto giovane. Dopo il terremoto del ’97 ad Assisi, è stato creato un piano di sicurezza per regolarizzare le città dell’Umbria. Le nostre case sono nuove –prosegue- ma chi si fida? Abbiamo avuto tanta paura”.
Siamo in una zona che non perdona. È una linea di distruzione
Marco, parlando dell’Appennino umbro-marchigiano, racconta l’insicurezza di chi vive in questa terra e ne conosce l’imprevedibilità da un lato, gli effetti quando trema dall’altro.
Pertanto, vuole sottolineare l’importanza della prevenzione: “questo territorio è circondato da città medievali come Assisi, Norcia, Narni, Orvieto. In queste città spesso non c’è prevenzione e la maggior parte delle costruzioni sono di pietra. Terni è una città molto antica ma ha regolarizzato con un piano di sicurezza. Si dovrebbe prevenire per evitare tragedie”.
“SACRIFICI DI UNA VITA BUTTATI VIA IN UN SECONDO”
Marco continua a raccontare la propria esperienza con il terremoto e volgendo uno sguardo al passato, pieno di speranza, racconta alcuni dei propri ricordi da volontario della Croce Rossa con i terremotati de L’Aquila e di Amatrice e pone l’accento sulla solidarietà che ha vissuto durante quei momenti tragici e di sconforto
Un conto è vederlo in tv, un conto è viverlo in persona. Fa tanto male, fa tanto riflettere. La solidarietà è stata spontanea e ognuno ha fatto qualcosa. Eravamo come organizzati, perché sapevamo cosa ci aspettava. Di lacrime ne ho versate tante. C’è chi paga il mutuo di casa e poi la casa se la ritrova crollata e con un familiare in meno. Sacrifici di una vita buttati via in un secondo
LA SCOSSA PiÙ FORTE IN ITALIA DAL 1980
La terra continua a tremare. Stamattina una forte scossa di magnitudo 6.5, con epicentro tra Norcia, Preci e Castel Sant’Angelo sul Nera, ha svegliato gran parte dell’Italia.
La scossa infatti è stata avvertita non solo in tutto il Centro Italia, ma anche dalla Puglia a Bolzano. È il sisma più forte in Italia da 36 anni.
Fabrizio Curcio, capo della protezione civile comunica che al momento non ci sono morti, solo due feriti gravi. Altissimo, invece, il numero degli sfollati.
Il presidente della Regione Marche: “almeno 100 mila persone dovranno avere assistenza”.
RENZI, NO ALLE TENDE
Durante la conferenza stampa, Renzi da Palazzo Chigi rassicura i cittadini e garantisce che non verranno utilizzate tende.
Il premier garantisce a tutti la possibilità di soggiornare in albergo e rinnova il proprio appello affinché tutti i sindaci facciano progetti di adeguamento sismico.
CROLLA LA BASILICA DI SAN BENEDETTO A NORCIA
Il fortissimo terremoto ha distrutto la Basilica di San Benedetto.
“È come se fosse venuta giù la città”, ha detto l’assessore comunale di Norcia Giuseppina Perla.
Affranto il sindaco Pietro Luigi Altavilla:
È stata come un’esplosione che non finiva mai. Siamo letteralmente in ginocchio. È una situazione durissima per chi vive come noi di turismo. Tutto il centro storico è stato evacuato. Non so quando sarà possibile rimetterlo in piedi
Il forte sisma di stamane ha raso al suolo anche la frazione Castelluccio di Norcia, località che resta isolata. Le strade per raggiungere la frazione sono infatti inagibili a causa dei crolli e delle spaccature causate dalla scossa.
È cambiato per sempre il panorama di quella zona sull’altopiano di Norcia
Così commenta un tecnico che ha svolto i controlli in loco.
Il Centro Italia vive, ancora una volta, momenti di paura e di precarietà.
Disperazione anche nelle parole di Mauro Falcucci, Sindaco di Castel Sant’Angelo sul Nera:
Non c’è più niente. Si è aperta la terra
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