Le accuse mosse a “Repubblica Palermo” sono quelle di aver pubblicato, in data 2 Novembre, un articolo su un presunto mancato pagamento da parte del Movimento 5 Stelle ad un fornitore di arancine in occasione del raduno grillino – “Italia 5 stelle” – svoltosi nel capoluogo siculo nei giorni 24-25 settembre 2016.
L’articolo di “Repubblica”, altresì privo di firma alcuna – come fatto notare da un post pubblicato sul proprio profilo Facebook da un’attivista e deputato del M5S, Roberta Lombardi, ex Presidente del gruppo parlamentare del M5S alla Camera dei deputati, recita
Quelle quattromila arancine, vendute agli attivisti nei giorni di Italia “5 stelle”, rischiano di costare più care del previsto all’organizzazione grillina.
Il giornalista, anonimo, sostiene che lo chef internazionale Roberto Lombardo, titolare del ristorante “Un po’ capiri”e Re dell’arancina palermitana, abbia avviato una causa legale nei confronti del M5S dichiarando non soltanto di non aver mai visto saldato il credito di 5 mila euro per la fornitura di arancine in occasione del raduno grillino, ma anche di aver lavorato senza contratto. Tutto ciò costa un ovvio calo di immagine al gruppo pentastellato, già colpito dalla questione delle firme false.
Una previsione alla Fassino, verrebbe da dire, visto che questa storia delle arancine più che costare cara al M5S, rischia di costare cara proprio a Repubblica Palermo, che ha raccolto una voce senza effettuare la benché minima verifica.
Continua la Lombardi, suggerendo, più avanti, a “Repubblica” accortezza e professionalità e replicando:
Il comitato organizzatore che presiedo ha infatti sottoscritto un contratto con un Consorzio di produttori locali che a sua volta ha provveduto ad assegnare gli spazi presenti all’interno dell’area ristoro in base alle singole specificità alimentari. Il Consorzio è stato pagato immediatamente dopo la conclusione dell’evento, come è nostra abitudine. Il Consorzio, quindi, ha stipulato autonomo (ripetiamo: autonomo) contratto con il Sig. Giuseppe Roberto Lombardo, produttore delle arancine.
Pare, inoltre, che lo stesso Lombardo abbia provato a contattare anche “Striscia la notizia” per esporre il caso, che “a differenza di “Repubblica” precisa ancora la Lombardi, prima di agire, abbia verificato le accuse e appurato l’effettiva mancanza di un rapporto economico tra lui e il M5S e che quindi le accuse dovevano essere rivolte al Consorzio suo appaltatore.
Tutto pur di gettare fango sul Movimento, dunque.
Un vero colpo basso per “Repubblica” insomma, da sempre il principale nucleo di informazione italiano. Ma come sappiamo dalle leggi della fisica, ad ogni azione corrisponde una reazione e anche stavolta la reazione non tarda ad arrivare, smentendo a pieno la notizia. Nessuna novità, nel campo dell’editoria italiana, quella di non confrontare le diverse parti e di non “giocare pulito”. Che stavolta venga impartita la lezione? Difficile. Ma forse sarà la volta buona per aprire gli occhi.
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