La notizia risale alla giornata di mercoledì 16 Novembre, quando una famiglia romena di ritorno alla propria abitazione, sita in Olevano Romano (Roma), in una zona di campagna, ha ritrovato i propri cani assassinati e immersi in una pozza di sangue in cortile e il contatore elettrico danneggiato.
Le indagini dei Carabinieri della Caserma locale, avvertiti nell’immediato, hanno condotto all’individuazione del responsabile in un vicino di casa, italiano di 51 anni, proprietario di un maneggio non molto distante, che, sottoposto ad interrogatorio, sembra avere confessato, motivando il gesto come vendetta personale in seguito a screzi e liti precedenti. Stando al racconto del colpevole pare infatti che i proprietari dei due cani avrebbero avvelenato i suoi cavalli la scorsa estate. Proseguono le indagini e gli accertamenti che, ad oggi, non ha rinvenuto alcun riscontro oggettivo. Le accuse che gravano sull’italiano sono di uccisione di animali, danneggiamento aggravato e omessa comunicazione della variazione del luogo di detenzione delle armi. Dalle perquisizioni effettuate, risulta infatti che i fucili utilizzati come arma del delitto non si trovassero nell’apposito armadio della casa di residenza, come indicato, ma nel maneggio in campagna.
Il giudice non ha comunque ritenuto opportuno procedere all’arresto dell’uomo, seppur reo confesso, il quale resta a piede libero in attesa del processo.
L’assassino è ancora a casa proprio con la libertà di minacciare ancora di morte i miei genitori. La prima promessa che ci aveva fatto era che avrebbe ucciso loro, le nostre due creature innocenti e l’ha mantenuta, adesso che cazzo dobbiamo aspettare che uccidono anche i miei genitori?
Questo lo sfogo della figlia della coppia, scritto dalla stessa in un post pubblico sul suo profilo Facebook, con allegate le foto dei cani martoriati. Whoopy e Maya, incrocio tra un pastore tedesco e un meticcio, due sorelline di 6 anni, sono le vittime della brutalità umana conclusasi in un tragico epilogo.
Le immagini sono subito diventate virali e il popolo del web si è mosso, in prima battuta, lanciando una petizione contro l’aggressione sugli animali e chiedendo pene più severe per questi “mostri”.
Il reale motivo del gesto barbaro e disumano e delle minacce che lo hanno preceduto, sembra comunque essere di natura razzista e xenofoba, come chiaramente emerge dai profili Facebook del proprietario del maneggio e di sua moglie. Nell’Italia del progresso, delle Unioni Civili, dell’accoglienza agli immigrati sembra non esserci ancora posto per il rispetto, la tolleranza e la solidarietà. Nell’Italia del 2016 vige e vince ancora una volta la paura.
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