E alla fine arriva Gentiloni. Come cambiare per non cambiare

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha convocato per le ore 12.30 di oggi, al Palazzo del Quirinale, l’onorevole Paolo Gentiloni.

Alle 12.30 è avvenuto l’incontro al Quirinale tra il ministro degli Esteri e il Presidente della Repubblica Mattarella. Quindi si va verso un governo targato PD, con la stessa maggioranza di Renzi, cioè PD, NCD e Verdini & Co.

Le prime parole di Gentiloni da Presidente del Consiglio incaricato


Paolo Gentiloni deputato dal 2001, dal 17 maggio 2006 all’8 maggio 2008 è stato anche ministro delle comunicazioni nel secondo Governo Prodi.
Il 31 ottobre 2014 Gentiloni è designato come nuovo ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale del governo Renzi, in sostituzione di Federica Mogherini, chiamata ad assumere la carica di Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea.

Mattarella a fine consultazioni

Insomma Gentiloni, il grande pompiere dopo l’incendiario Renzi. Ma anche lui ha avuto le sue uscite poco felici.

Nel 2007 Gentiloni è autore d una proposta di regolamentazione della comunicazione su internet che nel primo testo avrebbe costretto gran parte dei siti internet a registrazioni e adempimenti amministrativi. Poi Gentiloni è tornato sui suoi passi definendolo un grave errore.
Nel 2015 durante un’intervista in merito alla crisi legata al gruppo terroristico islamista dello Stato Islamico ha dichiarato che “se necessario, l’Italia sarà pronta a combattere in Libia contro l’Isis, perché il governo italiano non può accettare l’idea che ci sia solo una minaccia terroristica attiva alcuni ore di barca dall’Italia”.

Ve li ricordate? Arrivano i soliti noti

Insomma Gentiloni sembra il profilo più adatto a sostituire il Premier Renzi per un tempo limitato. Renzi non rischia di essere adombrato e soprattutto non rischia che Gentiloni voglia candidarsi per le prossime elezioni come capo del Governo. Le elezioni quando saranno quindi? Vi abbiamo parlato di una data, quella del 15 settembre 2017, ma le cose potrebbero cambiare. Intanto le opposizioni si diversificano, da Forza Italia che chiede elezioni dopo l’approvazione della legge elettorale ma garantendo un sostegno responsabile, a chi come Lega e 5 Stelle vogliono elezioni subito con un accorgimento alla legge elettorale per farla applicare anche al Senato, che in questo momento è orfano di regolamentazione, ma ha solo il “consultellum”, cioè le parti che la Consulta non ha bocciato del “Porcellum” di Calderoli.

Cedere sovranità, il “gentilpensiero”

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Non si vota prima della primavera del 2017, poi adesso ricomincia il valzer degli intrighi e delle nomine del nuovo governo, che di nuovo non avrà nulla, sarà servito solo a mascherare la sconfitta del Referendum e della volontà popolare, che questa volta, mai come in altre, è stata davvero chiara. “Non vogliamo queste politiche di questi governi, non vogliamo che le cose continuino così”. Loro che fanno? Cambiano nome ad un prodotto che nessuno vuole. Nell’attesa delle elezioni politiche, dobbiamo continuare a guardare questa soap opera.