Mafia e colletti bianchi: Ecco chi sarebbero i prestanome a Palermo
Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo, in esecuzione di provvedimenti emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo sulla base di indagini eseguite sotto il coordinamento della Procura della Repubblica del capoluogo (Sezione Misure di Prevenzione), ha sequestrato, nelle province di Palermo e Trapani, appartamenti, magazzini, cassette di sicurezza e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa un milione di euro, nei confronti di un esponente mafioso e di due professionisti “prestanome” della criminalità organizzata.
I sequestri sono stati eseguiti dal G.I.C.O. nei confronti:
degli eredi dell’Avv. Marcello MARCATAJO (cl. 1947, deceduto nell’aprile 2016) e dell’Ing. Francesco CUCCIO (cl. 1948), professionisti arrestati dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza nel gennaio u.s.
MARCATAJO era accusato di aver riciclato fondi delle famiglie GALATOLO e GRAZIANO, egemoni nella zona Acquasanta-Resuttana. Ai suoi eredi sono stati sequestrati 7 immobili siti fra Palermo e San Vito Lo Capo, 1 cassetta di sicurezza e 9 rapporti bancari, per un valore complessivo pari a circa 553.000 euro, corrispondente a somme di denaro che l’Avv. MARCATAJO aveva ricevuto dalla famiglia GRAZIANO, e che, nascondendone la provenienza illecita, il professionista aveva utilizzato per acquistare beni immobili poi rivenduti a terzi in buona fede.
Francesco CUCCIO (cl. 1948) era stato sottoposto ad indagini per aver agevolato l’attività di “cosa nostra” nello svolgimento della propria attività professionale di ingegnere. Infatti, si era adoperato affinché una società potesse eseguire dei lavori edili, ben sapendo che l’attività di tale impresa venisse svolta reimpiegando illeciti conferimenti in denaro riconducibili ai GRAZIANO. Ha subìto il sequestro di 1 immobile, 1 cassetta di sicurezza e 2 rapporti bancari, per un valore complessivo pari a circa 200.000 euro;
Giampiero SCOZZARI (cl.1974), considerato particolarmente vicino al boss Gianni NICCHI e condannato dalla Corte d’Appello di Palermo a dieci anni di reclusione per aver fatto parte della famiglia mafiosa di Palermo-Pagliarelli. SCOZZARI, particolarmente attivo nel settore delle estorsioni, ha subìto il sequestro di 2 immobili e di 16 rapporti bancari, per circa 250.000 euro.