Auto elettriche: 50 milioni di euro non spesi dallo Stato
Si dice sempre che soldi non ce ne sono ma invece spesso vengono spesi male o non vengono spesi proprio. E’ il caso delle auto elettriche. Dei 50 milioni stanziati in tre anni per le centraline per ricaricare le auto elettriche, dal 2013 al 2015, finora lo Stato è riuscito a spenderne meno di 6300 euro. La denuncia arriva dalla Corte dei Conti.
La ricostruzione della Corte
– aprile 2009. Il Regolamento comunitario 443 vara un programma per “veicoli puliti ed efficienti” in Europa;
– agosto 2012. La nostra legge 134 risponde alle richieste Ue e promette un Piano per le centraline di ricarica entro dicembre 2012:
– luglio 2013. Un bando per progetti di rapida realizzazione ne seleziona 19 di Regioni e Province (4,54 milioni assegnati e mai erogati);
– settembre 2014. Arriva il Piano italiano per le centraline (grazie a un Dpcm). La Corte dei conti sottolinea: “Ritardo di almeno 18 mesi”;
– ottobre 2014. L’Ue insiste: per il 2020 i Paesi permettano alle elettriche di circolare in aree urbane, suburbane e densamente popolate;
– aprile 2016. Il Piano italiano è riscritto. Ora precisa quante centraline, di che tipo (“a ricarica veloce o lenta”) e dove vanno messe.
La Corte dei conti calcola che il bilancio dello Stato ha stanziato 20 milioni nel 2013, 15 milioni nel 2014 e 15 milioni nel 2015. Ma questi finanziamenti nessuno li ha usati. I 4,54 milioni destinati ai 19 progetti del bando “al momento non risultano erogati”. Solo nel maggio 2016 – aggiunge la Corte dei conti – “hanno avuto corso le convenzioni con le Regioni che in alcuni casi non sono ancora stipulate”. E alla fine l’unica somma impiegata è stata versata al Poligrafico dello Stato per la pubblicazione di questo bando.
I punti di ricarica in Italia
– in Italia ci sono 1700 punti di ricarica, ma nati tutti per iniziativa dei privati (record a Firenze, 250, Roma 200, Milano 120);
– il Piano ministeriale prometteva (per il 2016) “150 stazioni in autostrada; 150 stradali; 150 tra porti, aeroporti e parcheggi”, al momento non realizzate.
Adesso – dopo la sua severa analisi – la Corte dei conti raccomanda al ministero dei Trasporti di “accelerare al massimo”; di puntare sulle centraline di tipo “fast” che permettono di ricaricare in trenta minuti; di monitorare “l’avanzamento dei progetti appena avviati e di dare impulso all’impiego delle risorse stanziate nel Bilancio dello Stato ma non ancora concretamente utilizzate”.
“Il ministero renda funzionante al più presto la Piattaforma informativa nazionale”, che progettava di sistemare dentro il Portale dell’Automobilista. E’ uno “strumento indispensabile” per capire dove si sta operando e in che modo. Questi i rilievi e le osservazioni della Corte dei Conti.