Nelle ultime settimane vi abbiamo parlato delle considerazioni di Carmelo Miceli sui presunti rapporti nascosti di Ferrandelli col PD .
Per chiarire la polemica sollevata dalle dichiarazioni di Miceli, abbiamo deciso di affrontare la questione direttamente con Fabrizio Ferrandelli.
Ferrandelli biasima da principio le intenzioni di Miceli e, in generale, del PD: “il PD si è trasformato in una macchina da potere. Come mai Miceli ha fatto la guerra a Orlando insieme a tutto il PD per 5 anni e poi pensa che Orlando possa essere il miglior sindaco del mondo?”.
E prosegue facendo chiarezza sulla propria posizione in contrasto con chi lo accusa di incoerenza:
“Non sono incoerente. Ho compreso che il Partito Democratico stava tradendo gli elettori e ho detto di cambiare rotta. Non l’hanno mai fatto. Io non ho cambiato gruppo o partito. Mi sono dimesso da parlamentare per una questione di coerenza. Avrei potuto dire di non riconoscermi nel PD e passare al Gruppo Misto come fanno in tanti, mantenendo poltrona e stipendio.
Ho capito che l’elettorato veniva tradito e ho deciso di ritornare in mezzo al popolo che mi aveva votato. Miceli si chieda: come mai in tanti non credono più nel Partito Democratico?
Alla domanda segue una risposta, che lo stesso Ferrandelli ci fornisce: “ In tanti non credono più nel PD perché sta tradendo gli elettori e perché c’è un gruppo dirigente che sta preferendo l’interesse personale alla risoluzione dei problemi”.
“Ho manifestato la mia diversità a chiare lettere. Non vivo di politica, né voglio vivere di politica. Svolgo il mio lavoro e continuo ugualmente a far politica. Credo che chi fa questo sforzo merita rispetto.”
Tornando alla polemica riguardante Ferrandelli e il PD, chiediamo quali siano effettivamente i suoi rapporti con il Partito Democratico.
Io ho conosciuto due PD. Con il PD delle tessere e dei deputati, dei padroni del partito il rapporto si è compromesso. Li ho conosciuti, ma ogni rapporto con loro si è concluso, non hanno la mia stima.
Poi c’è un PD che è fatto di elettori delusi, di persone che hanno creduto in quegli ideali, di consiglieri comunali, di assessori e sindaci di periferia o dei vari paesi della Sicilia. Con questi continuo ad avere un gran rapporto. E non è un mistero che molti tesserati e militanti del Partito Democratico mi stiano sostenendo in questa battaglia. Non ho mantenuto rapporti con i dirigenti del PD, mantengo relazioni con le persone. Con quelle persone che hanno creduto in questo partito e che sono rimaste deluse dalle scelte del partito locale. Queste persone stanno dalla mia parte.
Dopo un lungo viaggio per tutti i quartieri e le borgate palermitane, Ferrandelli ha elaborato un report insieme a un’associazione indipendente di Bologna esperta in politiche di partecipazione attiva: la TTM, che tramite mediatori territoriali e sociali ha certificato la scientificità del programma. Ferrandelli racconta tutto ciò che emerso, grazie a quella che potremmo definire una “ricerca sul campo”: esigenze di riqualificazione urbana, di cura del verde e di cura del patrimonio, ecc…
“I palermitani hanno con noi scritto la prima parte del programma. È un lavoro concreto, fatto di ascolto e confronto in un primo momento. Successivamente abbiamo trovato una mediazione. La novità del mio progetto consiste nel fatto che siamo stati con la gente per strada e sarà questo lo stile del mio governo della città”.
Tra gli obiettivi principali di Ferrandelli vi è quello di restituire dignità alla città, dando una cittadinanza a tutti i quartieri palermitani, a partire da quelli periferici, sottolineando che “la dignità di una popolazione passa attraverso i servizi territoriali”. E raccontando i propri progetti per Palermo, ribadisce e motiva il perché delle proprie decisioni:
Spero di essere lo strumento attraverso il quale in tanti possano trovare riscatto. Palermo lo merita e merita la creazione di una rete di partecipazione per tutti quelli che vorranno. Un sindaco che vuole dare cittadinanza a tutti non può essere il sindaco di una parte politica. Deve essere il sindaco di tutte le parti politiche e anche di chi non ha più una fede politica ed è deluso. Il mio gesto di non rinnovare la tessera è stato un gesto normale. Per i miei ideali mi sono liberato dall’appartenenza a un partito
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