Gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Catania, diretta da Renato Panvino, hanno arrestato il boss Maurizio Galletta. Il 50enne pluripregiudicato e’ stato condannato all’ergastolo perche’ ritenuto elemento di primissimo piano del clan Santapaola-Ercolano. Per Galletta e’ stata disposta la custodia cautelare in carcere, per concorso in falsita’ ideologica, truffa aggravata ai danni dell’INPS, intestazione fittizia di beni e detenzione e porto illegale di pistola. Oltre a lui sono finiti in manette altre due persone, tra cui un rumeno, con l’accusa di detenzione e porto di arma da fuoco in luogo pubblico.
Galletta, gia’ sorvegliato speciale, e’ stato condannato per due distinti efferati episodi. Il primo e’ l’omicidio aggravato e la distruzione di cadavere di un esponente di una cosca rivale; il secondo e’ un duplice omicidio. Arrestato nel 1996, nell’arco di circa 12 anni e’ stato trasferito in 17 strutture carcerarie ed e’ stato sottoposto a numerose visite ambulatoriali venendo scarcerato nel 2008, mentre si trovava nel carcere di Parma.
Le indagini svolte dalla D.I.A. di Catania hanno messo in evidenza come Galletta, al fine di usufruire di un regime detentivo meno rigido, abbia accentuato le sue patologie, con l’appoggio di alcuni medici compiacenti, i quali ripetutamente hanno certificato le sue condizioni di salute, ritenute gravi, tanto da essere incompatibili con il regime carcerario. In tal modo il boss ha avuto la possibilita’, pur essendo ai domiciliari, di gestire affari illeciti ostentando, coram populo, il proprio carisma mafioso, per le vie del centro etneo.
Grazie alla patologia simulata, Galletta riceve un trattamento previdenziale da parte dell’INPS, consistente in una pensione civile e una indennita’ di accompagnamento. Le indagini preliminari proseguono per accertare eventuali corresponsabilita’ di medici e specialisti, con incarichi dirigenziali nella sanita’ pubblica, che nel tempo hanno sottoposto a visita Galletta.