cronaca

Lasciatemi morire: l’appello di Fabio Antoniani al Presidente Sergio Mattarella

Dieci anni dopo Welby, un altro appello al presidente della Repubblica per chiedere un intervento sulle scelte di fine vita in Italia, affinchè si arrivi a una legge. Fabiano Antoniani, per gli amici Fabo, è un ragazzo di 39 anni cieco e tetraplegico che desidera porre fine a una vita che non ha scelto, immobilizzato in una lunga notte senza fine. Fabo si è ritrovato cieco e tetraplegico, condizione rars al mondo, in seguito a un incidente stradale.

Dopo anni di terapie senza esito, Fabo ha maturato la precisa consapevolezza di voler porre fine a una quotidianità che non chiama più vita, ma per farlo ha bisogno di aiuto. Ha bisogno che le Istituzioni intervengano per regolamentare l’eutanasia e permettere a ciascun individuo di essere libero di scegliere fino alla fine.

Chi è Fabo oggi? Un ragazzo cieco e tetraplegico che trascorre la quotidianità in un letto, assistito dalle cure della madre. Chi era? Un ragazzo che amava la musica – era conosciuto come DjFabo – che amava viaggiare (si era trasferito in India), che amava lo sport, le moto e l’avventura. E che ancora ama ricambiato la sua ragazza, Valeria, che presta la sua voce nel video appello rivolto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Fabo spiega di non essere depresso, mantiene tutt’ora il senso dell’ironia, ma si sente umiliato dalle proprie condizioni: immobile e al buio, considera la propria condizione insopportabile, consapevole che potrebbe durare per decenni.

Il prossimo 30 gennaio la Camera discuterà il testo di legge sul testamento biologico. Dopo oltre tre anni dal deposito della proposta di legge di iniziativa popolare «questo rappresenta un passo fondamentale verso l’obiettivo per cui l’associazione si batte: il riconoscimento del diritto di scegliere come e quando terminare la propria vita e interrompere la propria sofferenza» spiega la segretaria dell’associazione, Filomena Gallo.

Un diritto per il quale il 77% degli Italiani ritiene opportuno un intervento del Parlamento, con una legge che regolamenti la scelta di fine vita, anche per chi si trova in grado di intendere e di volere. «Siamo in un momento decisivo del tortuoso percorso per regolamentare il fine vita anche nel nostro Paese. Chiediamo il supporto dei cittadini per conquistare un diritto fondamentale per ogni individuo: la libertà di autodeterminazione. Non si può accettare che sia necessario l’intervento di un giudice per affermare questo diritto. È ora che il Parlamento si assuma la responsabilità di una decisione, prima della fine della legislatura» dice Marco Cappato, tesoriere dell’associazione e promotore della campagna “Eutanasia legale”.

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Redazione Moralizzatore

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