Attenzione alle dichiarazioni dei pentiti, non sempre sono vere
In queste settimane di inizio campagna elettorale si parla di indagati, dichiarazioni di pentiti, firme false, processi e richieste di archiviazione. Nulla o quasi sui programmi per la città, su soluzioni e visioni del futuro. Ieri è uscita su Repubblica un’intervista realizzata da Antonio Fraschilla che spiega l’utilizzo di certe pratiche attraverso la voce autorevole di Giuseppe Di Lello che è stato nel pool antimafia ed europarlamentare nel 1999 con Rifondazione Comunista.
Vi riproponiamo qui di seguito l’intervista:
La notizia del grillino Ugo Forello indagato per “induzione a rendere dichiarazioni mendaci”, giorni fa l’accusa di voto di scambio politico-mafioso a Fabrizio Ferrandelli. Cosa dovrebbero fare i due candidati, secondo lei?
“Non vorrei fare lo sponsor di Ferrandelli, ma penso che debba andare avanti perché le accuse potrebbero anche non avere alcun riscontro. Non conosco Forello, da tempo non seguo i percorsi e le vicende delle associazioni antimafia come Addiopizzo o Libera. Vedo comunque che si è infilato nel tunnel delle faide 5 stelle e che rischia di venirne travolto”.
Nel caso di Ferrandelli, cosa ne pensa di un pentito che racconta adesso fatto di quattro anni fa?
“Dei pentiti ho la più alta disistima: troppo spesso abbiamo visto pentiti che dopo anni si ricordano di un Ferrandelli o di un altro solo per screditarli o magari per tornare sulle prime pagine dei giornali. In questi casi occorre avere fiducia nella magistratura”.
Lei parla di fiducia: pensa che si sia incrinato qualcosa nel rapporto tra la magistratura e la pubblica opinione su questo fronte?
“Sì. E questa crisi di fiducia – e qui parlo in generale, per carità, non certo sulla vicenda Ferrandelli – riguarda l’eccessiva facilità con la quale in questi anni i magistrati sono scesi in campo. Mi spiego meglio. La Costituzione garantisce a tutti i cittadini l’elettorato passivo. Ma alcune regole di salvaguardia sull’ingresso dei magistrati in politica sono state aggirate: ad esempio quella che obbligava a mettersi in aspettativa dal ruolo almeno sei mesi prima dello scioglimento delle Camere. Divieto sempre aggirato”.
E perché questo avrebbe creato sfiducia nel ruolo dei magistrati?
“Semplice: perché se prima i magistrati si candidavano soprattutto al Parlamento nazionale, adesso ambiscono a fare i governatori di Regione, i sindaci, oppure ricevono perfino incarichi di sottogoverno o di assessore. Il tutto, spesso, nello stesso distretto nel quale hanno fatto i magistrati: ma è normale che Michele Emiliano, magistrato a Bari, abbia fatto il sindaco della città e ora sia governatore della Puglia? Per me è un fatto inaccettabile. Ecco, questo sta creando nell’opinione pubblica una grande confusione di ruoli tra magistratura e politica”.
Tornando al fronte dei partiti, cosa pensa dei codici etici che dai 5 stelle al Pd vengono adottati?
“In Italia tutti i codici, da quelli dei partiti a quelli delle associazioni antimafia, non vengono mai rispettati. Alla fine prevale sempre l’opportunità del momento. Occorre avere la capacità di valutare caso per caso, senza norme troppo rigide. Ad esempio, la legge Severino, che va nella giusta direzione, è troppo rigida perché fa scattare la sospensione del politico, che in molti casi significa dimissioni del sindaco o del governatore, solo con una sentenza di primo grado. Per me occorrerebbe aspettare la sentenza definitiva”.
Ma per una sentenza definitiva ci vogliono spesso più anni di un’intera legislatura: così non sarebbe un salvacondotto?
“Certo. Una soluzione in questi casi potrebbe essere quella di creare corsie preferenziali per i provvedimenti che riguardano rappresentanti delle istituzioni. Al momento invece possiamo appellarci solo al senso di responsabilità dell’indagato o del condannato”.
Di fronte agli scenari di queste amministrative palermitane, lei sa già chi voterà?
“Sinceramente non lo so. Forello, come detto, non lo conosco. Leoluca Orlando è bravo, però dimostra che in questa città c’è una classe politica eterna. Ferrandelli? Per carità, non voglio dare un giudizio su chi si presenta con il centrosinistra nel 2012 e poi con il centrodestra adesso…”.