È proprio vero che “non è tutto oro quel che luccica“, soprattutto se a luccicare tanto è l’oro delle immense distese dei campi di grano. Oggi vogliamo raccontarvi una storia che in realtà non è ancora accaduta, ma le cui possibili conseguenze sono ben peggiori di quanto ci viene fatto credere. La nostra storia è ambientata in Canada, ma per un motivo o per un altro, non ci è indifferente.
Pare infatti che il Canada si sia dato alla coltivazione del grano duro, da destinare, in quantità industriali, alle esportazioni. E l’Italia è il primo Paese importatore di grano duro canadese. Vi starete giustamente chiedendo qual è il problema. Il problema è che, come sappiamo, il grano duro per crescere necessita di temperature calde e climi aridi e sicuramente il Canada non eccelle in quanto a siccità. Dalla foto si vedono infatti le spighe di grano ricoperte di neve. Non si tratta di un fotomontaggio né di una trovata pubblicitaria. I coltivatori canadesi, date le avverse condizioni meteo, hanno deciso di coltivare il grano duro in modo artificiale.
La soluzione trovata è quella di far maturare il grano con glifosato, una sostanza ampiamente utilizzata nei pesticidi. Questa consentirà di ottenere grano duro ricco di glutine ma che, a causa dell’umidità e delle basse temperature, produrrà funghi e quindi micotossine. Tali sostanze possono provocare gravi malattie quali: diabete, obesità, asma, Parkinson, Alzheimer, autismo, sclerosi laterale amiotrofica (Sla).
Dell’intera produzione canadese preventivata, solo un terzo è di prima e seconda qualità (di gran lunga inferiori alla prima e seconda qualità italiana); il resto è scarto. Ma quale parte verrà esportata in Italia? Ciò non è dato saperlo. Quello che si sa è che dietro c’è un giro d’affari di circa 40 miliardi di euro l’anno. L’Italia sa, l’Europa sa e chi ci rimette sono come sempre i consumatori.
Il grano canadese importato in Italia sarà notevolmente superiore alla domanda; ciò comporterà un vertiginoso calo del prezzo. Questo grano, disponibile in grandi quantità ad un prezzo minore, verrà utilizzato dai grandi brand italiani per la produzione di pane, pasta, biscotti, farine. I consumatori, indotti dalla pubblicità, saranno attratti dalla convenienza. A queste condizioni, gli agricoltori italiani del sud e delle isole non coltiveranno più grano duro. Così il grano canadese avrà battuto definitivamente il made in Italy con conseguenze catastrofiche per la salute dei consumatori.
Granosalus, associazione foggiana che da anni si batte in difesa della produzione made in Italy, ha avviato una campagna di controllo su tutti i prodotti importati.
I consumatori debbono sapere che siamo soli rispetto al rullo compressore della globalizzazione -commenta Saverio De Bonis, presidente di Granosalus – Dobbiamo difenderci da noi. Proprio per questo abbiamo lanciato una petizione (clicca qui per leggere la petizione) che riguarda i consumatori di tutta l’Italia. Cari consumatori italiani: i controlli costano. Dateci una mano nel vostro interesse. E, soprattutto, nell’interesse dei vostri figli. La salute è un bene prezioso che dobbiamo difendere.
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