Ritardo nel deposito della sentenza, 14 boss torneranno liberi a Palermo

Erano stati condannati a pene di circa 10 anni di carcere, ma il prossimo 19 febbraio torneranno in libertà quattordici presunti boss appartenenti ai clan di Bagheria, Casteladaccia, Altavilla Milicia, Villabate e Ficarazzi, ma anche al mandamento di Porta Nuova .

La sentenza è stata depositata in ritardo né è stata effettuata in tempi opportuni la proroga per il deposito. Così, il Tribunale del Riesame ha annullato il provvedimento disposto dal presidente del Tribunale di Palermo e a breve scadranno i termini di custodia cautelare per i 14 boss.

RESET

Nella primavera 2014 l’operazione dei carabinieri denominata “Reset” aveva sconfitto il clan, grazie anche all’importante e coraggioso contributo delle vittime del pizzo che avevano denunciato. Il processo prese il nome dall’operazione.

Durante la celebrazione del rito abbreviato, che dà diritto a uno sconto di pena di un terzo, il giudice per l’udienza preliminare Sergio Ziino avrebbe avuto tempo fino al 20 novembre 2015 per pronunciare la sentenza. Uscì dalla camera di consiglio il 19, alle 23. Il deposito delle motivazioni sarebbe dovuto avvenire entro il 19 febbraio, ma il termine poteva essere prorogato. Ciò non avvenne e i termini di custodia non furono sospesi.

A novembre ci si accorse che il tempo della custodia cautelare era quasi scaduto e  si cercò di rimediare con una proroga ex post.

Ma era troppo tardi. Vista la complessità delle posizioni processuali da trattare (25 imputati e 46 parti civili, 24 delle quali sono vittime del pizzo e  i familiari di Antonio Canu, ucciso nel 2005) i ricorsi al Tribunale del Riesame hanno cancellato la decisione adottata dal Presidente del Tribunale Salvatore Vitale.

CHI USCIRÀ DI PRIGIONE

Torneranno in libertà Salvatore Buglisi, Bartolomeo Militello e Fabio Messicati Vitale, condannati a 3 anni e sei mesi, Carmelo Nasta (3 anni) e Giovanni Di Salvo (che ha avuto 7 anni e 2 mesi), Carlo Guttadauro, fratello di Giuseppe, boss di Brancaccio, e di Fiilippo, cognato di Matteo Messina Denaro (5 anni e 4 mesi), Giovanni La Rosa (deve scontare 6 anni), Vincenzo Maccarrone (4 anni e 8 mesi), Francesco Pretesti (6 anni e 10 mesi), Francesco Raspanti (6 anni), Fracncesco Speciale (8 anni e 9 mesi), Giovan Battista Rizzo (8 anni), Giovanni Salvatore Romano (6 anni e 4 mesi) e Francesco Terranova, considerato il capomafia di Villabate (6 anni e 8 mesi).

Per i presunti assassini di Canu, Michele Modica, condannato all’ergastolo, e Emanuele Cecala (condannato a 30 anni) i termini di custodia scadranno il 19 agosto.

E CHI RIMARRÀ

Oltre a Cecala e Modica, rimarranno in carcere Giuseppe Di Fiore, condannato a 10 anni e 8 mesi, Giovanni Pietro Flamia (che deve scontare 10 anni e sei mesi di carcere). Atanasio Ugo-Leonforte, Nicolò Lipari, Pietro Lo Coco, Giorgio Provenzano e Andrea Lombrado (10 anni e 6 mesi), Paolo Salvatore Ribaudo (10 anni).