Trenta poliziotti manganellano uno studente (VIDEO)
Ancora scontri a Bologna. Il giorno dopo lo sgombero da parte della polizia della biblioteca di Lettere, occupata dai membri di alcuni collettivi studenteschi, nuovi tafferugli si sono registrati all’università tra gli studenti e le forze dell’ordine. Dopo un lancio di oggetti da parte dei manifestanti, il cordone in assetto antisommossa della polizia, con il compito di non far passare il corteo verso la biblioteca, ha caricato gli studenti.
Due attivisti sono in stato di arresto per resistenza a pubblico ufficiale aggravata e saranno processati in direttissima nella giornata di sabato. In Questura era stata portata anche un’altra giovane, poi rilasciata e che presumibilmente sarà denunciata a piede libero.
Il prorettore: “Non c’è voglia di dialogo” – “Onestamente non c’è voglia di dialogo e nemmeno tanto interesse, c’è qualcuno molto più interessato ai manganelli e ai video su Facebook”. Queste le parole di Mirko Degli Esposti, il prorettore vicario dell’Università di Bologna, il giorno dopo lo sgombero.
Dalla parte dell’Ateneo anche il sindaco Virginio Merola che ha parlato di “protesta violenta” contro la scelta sacrosanta “di installare i tornelli all’ingresso di una biblioteca universitaria”. Duro invece con le forze dell’ordine Paolo Ferrero, che ha definito quello di ieri “un episodio cileno”. I collettivi: “Abbiamo chiesto incontri e ci hanno risposto con le manganellate”
Merola: “Nessun paragone col ‘77” – “Siamo di fronte a una protesta violenta che attacca la scelta di installare i tornelli all’ingresso di una biblioteca universitaria. Una scelta sacrosanta che non inficia in alcun modo il diritto allo studio e la possibilità di frequentare liberamente le strutture universitarie. Anzi – ha detto il sindaco di Bologna Virginio Merola, invitando a non fare confronti con quello che accadde in città nel ’77 – Non vedo oggi come accadde invece 40 anni fa, un movimento che, seppur tra errori e scelte estreme, cercava di affermare una alternativa all’esistente. Non mi sembra che le azioni di protesta prodotte oggi dal collettivo Cua siano state apprezzate dagli studenti”.
Il prorettore: “Non c’è dialogo” – A fare le veci del rettore Francesco Ubertini, impegnato all’estero, è il prorettore vicario Mirko Degli Esposti: “Quando succedono cose del genere si è tristi e si perde tutti – ha esordito – La biblioteca è devastata, avevamo aperto il 23 gennaio a tutti, fino alle 24, senza restrizioni all’entrata ma solo con un sistema di controllo e di verifica di chi entra e di quanti entrano”. Ma giovedì la situazione è degenerata: “Sono entrati con i pitbull per fumare sigarette e qualcos’altro, persone mascherate hanno divelto due porte d’emergenza con vetri anti-sfondamento e le hanno portate come trofeo in rettorato. Ogni settimana i bagni venivano rotti per metterci dell’eroina, non potevamo più permettere che stessero lì”. “È stato bruttissimo – ha aggiunto Degli Esposti – per il procuratore, per i poliziotti che sono entrati, per gli studenti e le studentesse, per i docenti e per il personale tecnico-amministrativo, sottoposto a uno stress infinito, con aggressioni verbali, prepotenze e umiliazioni per non poter fare il loro lavoro”. La linea del dialogo non verrà abbandonata, anche se il prorettore precisa che in certe situazioni “non l’ho mai visto e onestamente non c’è voglia di dialogo e nemmeno tanto interesse, c’è qualcuno molto più interessato ai manganelli e ai video su Facebook”.
La risposta dei collettivi – “La biblioteca è stata distrutta dall’intervento della polizia, nei filmati si vedono agenti che si fanno spazio tirando sediate addosso agli studenti”. Questa la risposta del Cua, il Collettivo universitario autonomo, che aggiunge: “Sono due settimane che facciamo assemblee e chiediamo incontri, la risposta è stata mandare la polizia a manganellare gli studenti. Finiamola con la storia del Rettore mite e aperto al dialogo, dialogo è aprire un tavolo di contrattazione, se ai tavoli ci dicono o è così o ve ne andate non è dialogo”.
Ferrero: “Episodio cileno” – Di tutt’altro avviso è Paolo Ferrero di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, che definisce “intollerabile che la risposta alle rivendicazioni degli studenti e alla richiesta di dialogo degli studenti sia il manganello” e riguardo le misure di sicurezza sostiene che le “università, a partire dal medioevo e a partire proprio da quella di Bologna sono luoghi di libertà, non spazi blindati da tornelli”. Secondo il segretario “le immagini e le testimonianze di quanto accaduto ieri nella biblioteca universitaria a Bologna, con i celerini che sgomberano gli studenti, sono vergognose, un episodio cileno”.