“È stato un episodio davvero brutto – racconta Luca Toni a SkySport24 nel dopo partita del Partenio -. Eravamo in macchina e ci stavamo recando allo stadio, in fila, insieme alla Polizia. Io ero seduto dietro, davanti sul sedile del passeggero era seduto il presidente Setti, alla guida c’era un mio amico. Il presidente Setti indossava una sciarpa della sua azienda, un po’ gialla e un po’ blu ma non era quella del Verona. All’improvviso è passato qualcuno accanto a noi e ha visto la sciarpa. Ci hanno aggrediti non perché ci hanno riconosciuti, ma perché, per via della sciarpa, pensavano che fossimo un gruppo di tifosi del Verona”.
L’ACCERCHIAMENTO
È a questo punto che si è scatenato l’inferno: “Stavamo dunque andando allo stadio quando, arrivati nei pressi di una rotonda, ci siamo ritrovati accerchiati da 14-15 persone, che è impossibile considerarli tifosi dell’Avellino, nonostante qualcuno avesse la sciarpa verde, perché dopo all’interno dello stadio il pubblico avellinese si è comportato in maniera eccezionale. Gli assalitori hanno pensato che fossimo tifosi ospiti e ci hanno aggredito”.
AGGRESSIONE LUCA TONI
Il racconto entra nei dettagli e si percepisce quanta violenza si sia scatenata in pochi minuti e come, solo per miracolo, l’aggresione non sia finita davvero male: “Una volta accerchiati, hanno cominciato a colpire la macchina con calci, pugni, con qualunque cosa trovassero in strada. Noi eravamo dentro la macchina, quando all’improvviso con un calcio hanno sfondato il vetro della macchina dove era seduto il presidente. Abbiamo avuto molta paura, e in quel momento tutte le schegge sono finite addosso al presidente, che per fortuna non ha riportato danni. Con il finestrino aperto, c’è stato un signore che ha lanciato anche una bottiglia di birra dentro la macchina attraverso il finestrino rotto. Per fortuna il presidente Setti è stato colpito sulla pancia, e non al volto dove poteva riportare danni molto più seri”.
C’è un particolare che rende quanto accaduto ad Avellino ancora più grave. Ed è un particolare che Toni racconta con grande lucidità. Perché in questa rotatoria dove si è consumata l’aggressione “a venti metri c’era un gruppo di vigili. Purtroppo devo dirlo – sottolinea Toni-. All’inizio, guardando loro, mi sono sentito protetto, ma invece di venire a darci una mano si sono girati e hanno fatto finta di nulla”. Nel momento più critico dell’aggressione, con il finestrino rotto, l’auto circondata e i vetri ormai ovunque dentro la macchina “siamo riusciti ad andare via. E’ stato bravissimo il mio amico alla guida che ha trovato il modo per guadagnare una via di fuga”. E conclude: “È una cosa vergognosa, ho avuto molto paura, ripeto è stato bravo il mio amico con l’auto a guidare, se lui si fermava poteva diventare davvero difficile. È stato bravo a scappare da quella rotonda, altrimenti non so come sarebbe finita”.
IL SINDACO DI VERONA CONTRO IL COMANDANTE DELLA POLIZIA MUNICIPALE DI AVELLINO
E sull’aggressione di Avellino è intervenuto anche il sindaco di Verona, Flavio Tosi: “L’aspetto inaccettabile e inammissibile è il comportamento di alcuni agenti della Polizia municipale che erano a qualche metro, non possono non essersi accorti di quello che era accaduto e hanno fatto finta di niente. Questi sono pubblici ufficiali e, siccome il sindaco di Avellino sa chi sono i suoi uomini e dove sono dislocati, credo sia doveroso individuare questi agenti, avviare un procedimento disciplinare e denunciarli alla Procura della Repubblica”. Chi respinge le accuse sul comportamento dei suoi agenti è il comandante della polizia municipale di Avellino, il colonnello Michele Arvonio, per il quale l’aggressione “durata meno di un minuto”, non è avvenuta sotto gli occhi dei suoi uomini, ma ad alcune decine di metri dalla postazione in cui si trovavano. “Il presunto mancato intervento – replica Arvonio – è una notizia infondata: la rapidità con cui è stata commessa l’aggressione e la altrettanta rapidità con cui l’autista ha guadagnato una via di fuga tra auto e tifosi a piedi, smentirebbero ampiamente la denuncia di Toni. Non è vero, dunque, quanto asserito dal signor Toni le cui affermazioni saranno oggetto di valutazione per verificare la veridicità di quanto sostenuto e regolarci di conseguenza”.