Fratello di Alfano, ecco come salvano il posto di Alessandro

Sarà sempre più difficile stabilire se dietro all’assunzione del fratello di Alfano in Poste ci sia un danno erariale oppure no. A complicare la vicenda, che ha coinvolto il fratello minore del ministro degli Esteri Angelino Alfano, Alessandro, è un decreto legislativo, il 175/2016, in materia “di società a partecipazione pubblica” che specifica la differenza tra società a partecipazione pubblica e quotate e potrebbe, di conseguenza, rendere inutilizzabile il faldone che la Procura di Roma ha inviato alla magistratura contabile in merito al ‘caso Alfanino’. “Imbarazzante”, secondo il “Fatto quotidiano”, la tempistica con cui si è mosso il Governo in questa vicenda.

Alessandro Alfano è a capo di un settore immobiliare in Postecom, con uno stipendio di tutto riguardo: duecentomila euro lordi. Postecom è una società controllata da Poste, ma quando a settembre arriva il decreto 175/2016 si regolamenta la differenza tra “società a partecipazione pubblica” e “società quotate” e lo status di Postecom cambia, cambiando anche le carte in tavola alla Corte dei Conti. Sono “società quotate” quelle che “emettono azioni quotate in mercati regolamentati” o hanno emesso, al 31 dicembre 2015, “strumenti finanziari diversi dalle azioni”. È il caso di Poste. Quanto a Postecom, la norma dice che non si ritengono quotate solo quelle “partecipate o controllate da amministrazioni pubbliche”.

Sottratta alla legge che regolamenta la partecipazione pubblica, è più difficile identificare il danno erariale relativo all’assunzione di Alfanino, avvenuta per l’accusa “senza alcuna procedura comparativa documentata e documentabile”.