Fiamme tra le baracche del Ghetto di Rignano a Foggia: morti due africani

Due corpi carbonizzati – L’incendio si è sviluppato su un’area di oltre 5mila metri quadrati, distruggendo un centinaio di baracche. Quando le tre squadre di vigili del fuoco sono riuscite a circoscrivere e spegnere le fiamme hanno trovato i corpi carbonizzati dei due africani. Sulle cause delle fiamme non c’è ancora nessuna certezza, ma non si esclude che si tratti di dolo.

Forse il rogo causato da una bombola di gas – Ancora sconosciute le cause dell’incendio. Il rogo si è sviluppato verso le due di notte in una capanna di cartone, dovuto probabilmente alle bombole di gas usate dai migranti per scaldarsi e cucinare.

Ma non si esclude neanche il dolo. “E’ stato troppo violento ed improvviso – dice infatti un vigile del fuoco – e quindi potrebbe essere stato appiccato da qualcuno”. Molte bombole di gas presenti sono poi saltate in aria, peggiorando ulteriormente la situazione.

Nelle baracche i migranti che lavoravano nelle campagne – Nel Ghetto vivono alcune centinaia di migranti, impegnati nella raccolta dei prodotti agricoli nei campi della zona circostante. Due giorni fa le forze dell’ordine avevano dato il via allo sgombero, disposto dalla Dda di Bari nell’ambito delle indagini avviate a marzo 2016 e culminate con il sequestro probatorio con facoltà d’uso della baraccopoli per presunte infiltrazioni della criminalità.

Sgombero avviato il primo marzo – Il primo marzo, nell’ambito appunto di queste indagini, è stato deciso e avviato lo sgombero, che non era ancora avvenuto totalmente al momento dell’incendio perché alcuni dei 350 migranti della baraccopoli si erano rifiutati di lasciare il Ghetto. Giovedì mattina alcuni di loro, 200 circa, hanno protestato davanti alla prefettura di Foggia ribadendo di non voler lasciare la baraccopoli e chiedendo di voler parlare con il prefetto.