Bambini suonano nel cortile della scuola e la Siae batte cassa | Ecco come è andata
Il suono di bambini che provano i loro strumenti nel cortile della scuola. Il sorriso compiaciuto delle mamme venute a prenderli, in un pomeriggio assolato. Ma a rovinare la festa di un’improvvisata lezione alla scuola elementare di Mezzago, in Brianza, ci pensa l’ispettore della Siae. Il funzionario si presenta, si qualifica e chiede il pagamento dei diritti d’autore. E scoppia la rivolta. Comune e genitori insorgono: «Ci ha offesi» e la vicenda si trasforma subito in un caso. «Serve buon senso nell’applicare le regole. Una merce rara di questi tempi», sentenzia il sindaco Giorgio Monti, che non ci ha visto più quando gli hanno riferito della «pratica». È cominciato tutto con l’invito alle famiglie a partecipare al momento finale di uno dei tanti laboratori di musica che vivacizzano il curriculum dei ragazzi da queste parti. Mezzago ha una lunga e consolidata tradizione in questa direzione, tanto da avere un indirizzo specifico già alle medie, grazie alla presenza della blasonata «Accademia Mozzati».
«I piccoli, qui, crescono tutti con uno strumento in mano», ricorda il primo cittadino, che sborsa ogni anno una bella cifretta per integrare le competenze ministeriali. Complice il tepore ormai primaverile, i docenti hanno proposto che la famosa prova di musica si svolgesse in giardino, pochi minuti prima del rientro a casa pomeridiano. A godersi l’esibizione, eccezionalmente, sono stati ammessi nonni, mamme, zii: insomma, chi va a prendere i ragazzi di solito. «Non l’avessimo mai fatto», sbotta Monti. Complice la circostanza che la strada viene chiusa proprio per agevolare l’uscita degli alunni, un tecnico della Siae che si trovava in città per verifiche a tappeto nei bar, costretto a muoversi a piedi, ha sentito librarsi le note nell’aria. E si è presentato ai cancelli. «Musica diffusa, dovete pagare», la perentoria intimazione. Un’affermazione che ha fatto strabuzzare gli occhi ai presenti e ha mandato il tilt i piccoli artisti, interrotti sul più bello. «Già dal linguaggio si capisce di che pasta sono fatti questi “esattori” – dice Monti -. Quello non era un concerto con biglietti da vendere, ma una lezione per bambini di 8 anni». L’incredulità è volata di bocca in bocca, in piazza e sul web. Ed è anche stato difficile uscirne. «Abbiamo dovuto fornire alla Siae l’esatta spiegazione dell’iniziativa – conclude il primo cittadino –. Alla fine, pare, che abbiamo desistito dal compilare il verbale. Niente tassa, insomma. «Anche perché non era affatto dovuta».
ECCO LA REPLICA DELLA SIAE
In merito a quanto riportato da alcuni organi di stampa in relazione allo spiacevole episodio verificatosi presso la scuola di Mezzago (Monza) lo scorso 14 marzo, SIAE ritiene utile chiarire quanto segue.
SIAE è da sempre promotrice del libero utilizzo del proprio repertorio nelle scuole per fini educativi e proprio per questo ha sottoscritto con il Ministero della Pubblica Istruzione, fin dal 30 ottobre 2000, uno specifico protocollo d’intesa a valenza generale.
Il protocollo prevede che le istituzioni scolastiche possano utilizzare, senza pagamento alcuno, le opere di tutti i repertori tutelati dalla Società; il protocollo prevede anche che le scuole abbiano un unico e fondamentale obbligo: quello di inviare a SIAE (ad inizio anno o di volta in volta) una semplice comunicazione sull’esistenza di tali manifestazioni o utilizzi, nella quale tra l’altro si chiarisca che si tratta di manifestazioni educative, rivolte agli studenti e ovviamente gratuite, e non di altra natura.
L’esenzione dal pagamento, infatti, non deve comportare che non si debba riconoscere il diritto d’autore e cioè il diritto di informare il titolare dell’opera in merito all’utilizzo.
La comunicazione, dunque, ha un valore di trasparenza e uno scopo educativo: gli studenti (e la scuola prima di loro) devono essere consapevoli del diritto d’autore e della sua importanza come motore della cultura.
Lo sgradevole equivoco alla scuola di Mezzago si è verificato proprio perché nessuna comunicazione era stata precedentemente data dalla scuola – come questa avrebbe invece dovuto – agli uffici territoriali di SIAE.
SIAE si è scusata con la scuola di Mezzago per l’accaduto, affidandosi pienamente al racconto della scuola stessa sullo svolgimento dei fatti e si è dissociata da comportamenti del mandatario che possono aver generato equivoci e che non sono comunque consoni alla policy della Società.
Rimane essenziale che ognuno faccia la sua parte: è importante che tutte le scuole rispettino il protocollo, comunicando a SIAE lo svolgimento di manifestazioni educative. Per parte propria, SIAE si impegna ad evitare che simili episodi si ripetano e si farà parte promotrice nella diffusione del contenuto del protocollo.