Poletti: “Il lavoro? Meglio giocare a calcetto che inviare curriculum”
“Il rappggirto di lavoro è prima di tutto un rapporto di fiducia. È per questo che lo si trova di più giocando a calcetto che mandando in giro dei curriculum”. Parola di Giuliano Poletti, il ministro del Lavoro che ieri ha incontrato gli studenti dell’istituto Manfredi Tanari di Bologna. Parole che, come successo altre volte in passato, hanno scatenato le reazioni dei social network e anche di esponenti politici di destra e di sinistra. Come quella del leader della Lega Nord Matteo Salvini che del ministro scrive: “È lo stesso tizio che a proposito dei giovani italiani costretti ad andare all’estero per cercare lavoro disse “alcuni meglio non averli tra i piedi”. Dimissioni, vergogna, scuse e dimissioni”.
In circa un’ora e mezza di colloquio, Poletti ha risposto “senza rete” alle domande degli studenti sull’alternanza scuola-lavoro. Anche dando suggerimenti pratici ai ragazzi. Sulle possibilità di impiego a Bologna il ministro ha avuto parole incoraggianti. Quella bolognese una “realtà con una grande presenza di imprese. Questo è un territorio dove non si fa solo un mestiere”, sottolinea. In Emilia-Romagna “abbiamo gente che viene da tutto il mondo per vedere la Ducati, la Lamborghini, la Maserati e la Ferrari”.
Poletti ha spiegato di prediligere gli incontri di questo tipo per farsi un’idea più completa dell’efficiacia delle misure prese a Roma (“se ci stai troppo a lungo finisce che pensi di essere un fenomeno”) e si è soffermato anche sulle difficoltà affrontate dagli studenti durante le loro esperienze lavorative in orario scolastico. Ad esempio a chi ha vissuto in maniera non felicissima gli stageperché finito a fare operazioni manuali ripetitive il ministro fa notare che “se vai in un bar ti fanno fare un caffè”. Ma soprattutto, le esperienze compiute fuori dalle mura della scuola non sempre danno risultati palesi e immediate. “Intanto vedi un mondo“, fa notare il ministro.
La polemica sui social. Ma le parole del ministro non sono piaciute a tutti. “A calcetto dovrebbe andarci a giocare lui, invece di fare il ministro, almeno non prenderebbe in giro i disoccupati e i giovani!” twitta Paolo Ferrero, segretari del Partito di Rifondazione Comunista. “Poletti ha oltrepassato la soglia. Basta politici incompetenti!” rincara con un comunicato Giovanni Paglia. Sempre su Twitter, dove l’argomento è entrato tra le principali tendenze della giornata, la reazione degli utenti si divide tra chi ironizza (“Caro Poletti, il lavoro non si conquista con il calcetto, anche perché tu da Ministro non hai dimostrato di essere Maradona”), chi invece si arrabbia proprio, giudicandolo “fuori dal mondo” e chi, infine, prova a difenderlo: “Il suo problema è solo la forma. Perché nella sostanza ha spesso ragione, più pragmatico e meno politichese di molti”.
La replica dl ministro. “Vedo che si stanno strumentalizzando alcune frasi che ho pronunciato in occasione di un incontro con gli studenti di una scuola di Bologna per parlare di alternanza scuola-lavoro e che gli studenti hanno compreso e condiviso nel loro significato. Per questo voglio chiarire che non ho mai sminuito il valore del curriculum e della sua utilità. Ho sottolineato l’importanza di un rapporto di fiducia che può nascere e svilupparsi anche al di fuori del contesto scolastico. E quindi dell’utilità delle esperienze che si fanno anche fuori dalla scuola”.