Non ce la fa a sopportare i carichi di lavoro e decide di farla finita. E’ accaduto in una fabbrichetta di Leinì (Torino) specializzata nella produzione di sistemi di ventilazione. La “vittima”, C.Q. 51 anni, operaio, ha scelto di suicidarsi nell’azienda per la quale lavorava. Si è infatti impiccato a uno dei pilastri del magazzino. E lì è stato ritrovato, ormai privo di vita, dai suoi stessi colleghi. “Non ce la faccio più a sopportare questi carichi” pare si fosse sfogato appena il giorno prima. Tuttavia nessuno avrebbe mai immaginato un epilogo del genere.
“ERA STRESSATO, NON RIUSCIVA PIU’ NEANCHE A FARE LA PAUSA PRANZO”
Il 51enne lavorava in quella ditta da quasi vent’anni. Era un veterano, insomma. In tutto questo tempo si era sempre occupato del magazzino. Tuttavia, da quando l’azienda di Leinì aveva cambiato “padrone” – è stata di recente acquisita da un gruppo estero – qualcosa all’interno dello stabilimento, era cambiato. Gli incarichi e le responsabilità, a detta di più di un dipendente (una quarantina, in tutto, gli assunti), si erano moltiplicati e C.Q, che a quanto pare era da poco diventato responsabile dell’organizzazione del magazzino, evidentemente, si era ritrovato a sopportare un peso che non era più in grado di reggere. “Era stressato. Ultimamente non riusciva neanche più ad andare in pausa pranzo per mangiare” ha confidato un collega. Da qui, forse, la decisione di togliersi la vita.
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