Palermo. Lista ibrida a sostegno di Orlando: Pd insieme ad Alfano. E la sinistra storce il naso

Il matrimonio palermitano tra il Pd e Alternativa Popolare, neonato partito di Alfano, potrebbe forse sorprendere. Spesso però accade che in Sicilia le alleanze nazionali siano sottoposte ad arditi esperimenti di chimica partitica, e non a caso l’isola viene considerata da molti un “laboratorio politico”; questa volta la creatura che ne viene fuori è qualcosa di singolare: zampe da dem, corpo di Alfano e testa saldamente anticinquestelle. Il tutto, sotto il segno di un simbolo inedito, nè Pd, nè Alternativa Popolare, ma una sintesi: Democratici e Popolari. E quattro stelline decorative.
Proprio la trasversalità dell’alleanza viene invocata dal sindaco Orlando, che la qualifica come «una grande coalizione moderata e riformista, in grado di stoppare l’avanzata dei grillini».
Orlando ha ben compreso come i partiti, e il Pd soprattutto, non godano di grandi consensi al momento: il referendum a Palermo ne è stato la prova lampante. Pertanto ha imposto al Pd di non presentare il suo simbolo alle elezioni. I dem non hanno avuto altra scelta e hanno dovuto accettare, tra il disappunto di molti, tra cui il ministro Orlando: «segno di un partito prostrato» ha dichiarato.

Il “laboratorio” rimane comunque in fermento: ad ottobre sono previste le elezioni regionali e già si vocifera da tempo la candidatura di Alfano, col sostegno del Pd.
Spettatori di queste avventurose alchimie di palazzo rimangono le restanti forze della sinistra che hanno deciso di aderire al progetto di Orlando. Pippo Civati, segretario di Possibile, aveva chiesto di prendere le distanze dal “partito della nazione che sta sbarcando a Palermo”. La sezione locale di Possibile ha emesso un comunicato ieri nel quale ribadisce come il “pesce fuor d’acqua” sia la lista ibrida dei Democratici e Popolari; sarebbero loro ad avere fatto una mossa politicamente incoerente anche rispetto all’opposizione fatta sin qui nei confronti del sindaco in carica e dovranno quindi adeguarsi alle scelte e ai programmi che Orlando condivide con la lista di Sinistra Comune.

Dulcis in fundo arriverà il voto dei cittadini a determinare il peso che le rispettive istanze avranno in consiglio. Sappiamo però che di questi tempi la complessità politica è considerata sinonimo di “inciucio”: in questo groviglio di alleanze, la tanto declamata semplicità grillina potrebbe assumere un appeal decisivo.