“Attacchi gas di Assad contro i ribelli”. Testimonianze di atrocità in Siria, moltissimi morti e feriti. Diversi bambini colpiti | VIDEO
“Immagini sconvolgenti, l’umanità è morta oggi in Siria”. Lo dice Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, commentando tra le lacrime le ultime fotografie che mostrano dei bambini uccisi nella provincia di Idlib in un raid che secondo attivisti è stato condotto con armi chimiche. “La comunità internazionale, dopo sei anni di inferno, deve porre fine a questo calvario. Non ci sono figli di Assad e dei ribelli, sono tutti vittime di una guerra che non hanno voluto”, ha aggiunto, facendo appello anche ai politici italiani perché esprimano la loro condanna.
Attacchi gas in Siria
Il riferimento specifico è quanto avvenuto in Siria nelle ultime ore fra la denuncia di uso di armi chimiche e l’ennesima morte di decine di bambini.
Abbiamo pubblicato queste immagini perché riteniamo che sia dovere giornalistico informare su quanto accade in Siria, ma la nostra scelta editoriale è stata quella di evitare le foto e i video più crudi, che non avrebbero aggiunto nulla all’enormità del massacro.
Si vedono gruppi di bambini seminudi, ammassati gli uni sugli altri, con le braccia rigide, gli occhi ancora spalancati e il terrore nello sguardo. Le foto mostrano file di cadaveri a terra ma anche gli ospedali con i bimbi terrorizzati, spaesati, alcuni in fin di vita, il volto coperto dalle maschere di ossigeno. E poi un padre, disperato, con gli occhi segnati dal pianto, che tiene in braccio il corpo rigido della sua bambina. È gravissimo il bilancio delle vittime di un raid aereo avvenuto oggi in Siria a Khan Sheikhun, nella provincia nord-occidentale di Idlib, in mano ad insorti e qaedisti dell’organizzazione Fatah al Sham (ex Fronte al Nusra). Le ong denunciano l’uso di gas, Damasco nega, ma la Francia chiede una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza Onu e la Turchia avverte sul rischio di far saltare definitivamente la tregua.
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La denuncia della ong. L’Osservatorio siriano per i diritti umani denuncia l’uso di gas, citando fonti mediche. Secondo Al Arabiya, che cita fonti sanitarie di Idlib, ci sarebbero oltre 100 morti e 400 feriti. Lo stesso sito di notizie vicino all’opposizione “Shaam” aveva scritto sul sito web che erano state usate bombe al cloro, ma per la Direzione sanitaria si tratterebbe di gas sarin, entrambi vietati dalle convenzioni internazionali. Secondo le testimonianze delle ong, molti civili presentano vomito e schiuma alla bocca, sintomi riconducibili all’utilizzo di armi chimiche. Sarebbero state bombardate anche alcune strutture sanitarie in zona. Il bilancio potrebbe aggravarsi perché vi sono anche centinaia di feriti o intossicati, alcuni dei quali in gravi condizioni.
L’esercito siriano smentisce l’uso di gas. Damasco afferma che l’esercito “non usa e non ha usato” armi di questo tipo e bolla come “false” le accuse delle opposizioni che “vogliono ottenere tramite i media ciò che non hanno potuto ottenere sul campo”. La fonte governativa ha aggiunto che l’esercito non usa armi chimiche, “nel passato e nemmeno nel futuro, prima di tutto perché non le ha”.
Si mobilita la comunità internazionale. La Francia e la Gran Bretagna chiedono una riunione “urgente” del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Francois Hollande punta il dito contro Bashar al Assad, ritenendolo il “responsabile” del massacro, mentre il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson ha chiesto che i responsabili di questo attacco “vengano portati davanti alla giustizia”.
Federica Mogherini, Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, parla di situazione “drammatica” e afferma che il regime di Bashar al-Assad “ha la responsabilità primaria di proteggere e non attaccare il suo popolo”. Per Lady Pesc “la priorità assoluta è fermare i combattimenti”, ma anche fare giustizia, per cui “chiunque sia responsabile di quanto accaduto deve risponderne”.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha telefonato al presidente Vladimir Putin, definendo “inumano” l’attacco, “inaccettabile” e tale da vanificare tutti gli sforzi di negoziato che ad Astana” stanno affrontando il problema della pace in Siria. Dal canto suo Mosca ha assicurato che nessuno degli aerei delle forze aerospaziali della Russia ha compiuto raid nella zona di Khan Shaykhun. L’Opac (organizzazione per la messa al bando delle armi chimiche) si è detta “fortemente preoccupata” delle notizie e ha reso noto di star “raccogliendo e analizzando le informazioni di tutte le fonti disponibili”. In un rapporto del marzo scorso, il direttore generale dell’Opac Ahmet Uzumcu aveva detto che da inizio 2017 si erano registrati “otto casi di presunto utilizzo di armi chimiche”.
L’appello del medico: “gli attacchi con i gas proseguono, aiutateci”