Taxi, giudici bloccano anche il servizio app “Uber Black”
Un altro stop della magistratura per “concorrenza sleale” colpisce Uber dopo quello, deciso due anni fa di UberPop, il servizio che permette a chiunque di fare il tassista senza licenza. Il Tribunale di Roma ha imposto il blocco su tutto il “territorio italiano”, entro 10 giorni, dell’app “Uber Black”, quella che serve per chiamare le berline nere con autista a Roma e Milano. La società: “Allibiti, decisione contro decreto Milleproroghe e normativa Ue”.
Il giudice Alfredo Landi infatti ha accolto il ricorso cautelare (la causa civile proseguirà nel merito) presentato dalle associazioni di categoria dei tassisti, assistite da un pool coordinato dall’avvocato Marco Giustiniani dello Studio Pavia e Ansaldo e composto dai legali Moravia, Gigliotti, Massari e Fabbi.
“Siamo allibiti per quanto annunciato dall’ordinanza che va nella direzione opposta rispetto al decreto Milleproroghe e alla normativa europea”, ha commentato Uber Italia, annunciando appello. “Ora il governo – ha aggiunto la società – non può perdere altro tempo ma deve decidere se rimanere ancorato al passato, tutelando rendite di posizione, o permettere agli italiani di beneficiare di nuove tecnologie”.
Il giudice nel suo provvedimento chiarisce che le norme che disciplinano “il servizio pubblico di trasporto non di linea” non limitano “la produzione, gli sbocchi o lo sviluppo tecnico, a danno dei consumatori” e non favoriscono “posizioni di privilegio e monopolio”, mentre “gli autisti Uber” svolgendo la loro attività “in contrasto” con la normativa si mettono in una posizione di “indebito vantaggio” rispetto ai tassisti.
Gli autisti delle berline nere Uber, scrive il Tribunale, a differenza dei tassisti non sono soggetti “a tariffe predeterminate dalle competenti autorità amministrative” e possono fare “prezzi più competitivi a seconda delle esigenze del mercato”. E ciò perché non seguono, sempre a detta del giudice, le regole “a danno di coloro che esercitano il servizio di taxi o di noleggio con conducente” rispettandole.
Per l’Unione nazionale consumatori “i giudici, a suon di sentenze, stanno entrando a gamba tesa nella materia e stanno bloccando tutti i servizi tecnologici di mobilità”.